E’ scomparso all’età di 65 anni l’avvocato PAOLO EMILIO TADDEI, romano di nascita ma oristanese d’adozione. Oltre che come stimato professionista Taddei viene ricordato anche per la sua brevissima ma intensa carriera politica. Fu infatti eletto a sorpresa deputato nella XII Legislatura, prevalendo nettamente su noti politici di lungo corso. Era l’ormai lontano 1994, mi pare fosse il 15 aprile: elezioni politiche, le prime della fantomatica Seconda Repubblica. Era anche il primo appuntamento in cui erano assenti le sigle storiche della politica partitica italiana, DC,PCI ecc., sostituite da altri nomi più o meno fantasiosi, che però avevano messo al bando la parola “partito”. Alla testa di questa “nuova politica” si era posto Silvio Berlusconi con quella sua “Forza Italia”, quei suoi poli, uno nord e l’altro sud, e quella promessa di rivoluzione liberale, che di liberale ebbe sempre poco, ma che attirò simpatie e disponibilità di molte persone sinceramente stanche di un regime partitocratico tanto pervasivo quanto inefficiente. In questo modo la “società civile” per la prima volta entrò in politica dalla porta principale. Ciò accadde anche ad Oristano sia con Taddei, che appunto si candidò e venne eletto alla Camera, sia con lo stesso Marco Martinez, che si presentò candidato alla carica di Sindaco, ottenendo molti consensi (vinse infatti il primo turno con oltre il 30 % dei voti).
Fu una stagione per certi versi irripetibile, soprattutto perché a tanti sembrò illusoriamente di vivere una svolta epocale, come quella del 1946. Purtroppo le svolte epocali stanno all’Italia come il tacco 12 sta alla salute della schiena! E proprio il percorso politico di Taddei ne è un esempio chiaro. Infatti il neo-onorevole lascia FI dopo pochissimo tempo, per aderire prima al gruppo dei “Federalisti e Liberaldemocratici” e poi al gruppo misto fino al termine di quella XII legislatura, breve e travagliatissima (terminò nel 1996).
Durante questa sua fugace esperienza a Montecitorio Taddei è stato componente delle Commissioni agricoltura, affari costituzionali e bilancio, nonché della Giunta per le autorizzazioni a procedere; ha firmato 25 proposte di legge, 37 atti di indirizzo e controllo (interrogazioni, mozioni ecc.) di cui dieci come primo firmatario ed è intervenuto 39 volte.
In un’intervista sul “Corriere” al momento della precoce uscita da FI, il suo giudizio su FI fu caustico ma in un certo senso quasi profetico: “Fra i tanti che sgomitano per salire sul carro del vincitore, qualcuno scende. Paolo Emilio Taddei, deputato di Oristano, lascia Forza Italia. I motivi: “Qui comandano soltanto i dipendenti o ex dipendenti Fininvest, delegati da Berlusconi. Proliferano i club con dentro nomi da far rizzare i capelli… E si annunciano candidature di riciclati o loro prestanome … Non c’è possibilità di influire sulle scelte politiche né sulle candidature. Io non ho candidati da proporre; non sono un politico di professione, mi sono reso disponibile per fare qualcosa di nuovo. Invece le cose vanno diversamente. … Ero stato candidato per essere bruciato, serviva un galantuomo, hanno pensato che fossi un fesso. Invece sono stato eletto. Mi sono inutilmente affannato per dare a Forza Italia un minimo di organizzazione a Oristano, almeno per impedire ingiuriose candidature di riciclati che quando sono improponibili cercano spazio per i loro prestanome. Ho chiesto se fosse vero che si preparava un incontro fra Forza Italia e Patto Segni. Me lo hanno smentito. Invece volevano farlo a mia insaputa”.