Questo 13 febbraio 2015, per la città, è stata una giornata importante: infatti, in occasione della festa patronale, l’Arcivescovo di Oristano, SE Mons. Ignazio Sanna, alla presenza del Sindaco e di altre autorità, ha inaugurato, dopo tre anni di lavori, il Museo Diocesano, vero e proprio fiore all’occhiello delle strutture culturali oristanesi e della stessa Sardegna. Si tratta di una vasta esposizione di circa 1300 mq, su due livelli e diverse sale, che comprende sia sculture, tavole, reliquiari ed altri preziosi arredi sacri, provenienti dal Duomo oristanese e dalla chiesa di San Sebastiano, e risalenti a varie epoche comprese tra il XVI ed il XIX secolo (per lo più del XVIII); sia, nella sala inferiore, ancora chiusa al pubblico per ultimarne l’allestimento, reperti archeologici dell’età antica provenienti dal territorio arborense. Significativamente collocate all’ingresso del museo risaltano diverse raffigurazioni di Sant’Archelao, presbitero e martire, patrono della città, a cui prima della cerimonia di inaugurazione è stata dedicata, in occasione del Quarto centenario della traslazione delle reliquie da Fordongianus a Oristano, una tavola rotonda per fare il punto sullo stato degli studi e delle conoscenze in materia. A trattare profilo storico, artistico e iconografico sono stati i docenti Zucca, Olivo e Porcella, fornendo ad un pubblico numeroso e attento, un quadro aggiornato degli studi su questa peraltro ancora misteriosa figura elevata agli onori dell’altare.
Per la definitiva e regolare apertura al pubblico del Museo occorre attendere ancora un po’ di tempo, necessario per l’ultimazione dell’esposizione e per altri piccoli lavori.
Dunque Oristano città della cultura? Beh, questo è un passo significativo. Ora sono necessari anche quelli delle pubbliche amministrazioni, relativamente a Museo Giudicale, Polo archivistico, ex carcere, Università ecc. In questo caso però si paventano tempi lunghi. E se l’Amministrazione comunale e, soprattutto, il suo “leader” non si daranno una mossa, facendo e facendosi sentire, questi tempi da lunghi diverranno “biblici”.
Intanto Mons. Sanna, dimostrando ancora una volta una grande sensibilità e una speciale attenzione al territorio arborense e alle sue notevoli risorse storico-culturali, ha avanzato l’idea di poter esporre proprio nel nuovo Museo diocesano almeno una delle statue di Monte Prama. La richiesta si fonda sul fatto che l’area archeologica in cui sono stati rinvenuti i nostri giganti di pietra è di proprietà della Diocesi. Una richiesta in sé legittima ma soprattutto importante per la città e per tutto l’Oristanese, che sembra aver trovato in questi monumenti, pur dopo una lunga attesa e molte vicissitudini, un simbolo se non di riscatto almeno di speranza nel futuro.