TRENTASEI ANNI FA LA STELLA! [ADRIANO SITZIA]

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Milan 1978

Trentasei anni or sono, pareggiando 0 – 0 con il traballante Bologna, il Milan conquistò il decimo scudetto, quello della stella. Fino a quella data solo Juve ed Inter potevano fregiarsi dell’ambito simbolo e, nonostante siano trascorsi tutti questi anni, le cose non sono cambiate. Anzi!
Nel 1979 ero un giovanissimo tifoso rossonero. Lo ero diventato anni prima ammirando la classe cristallina di Gianni Rivera, golden boy e fratino del calcio azzurro. Un talento quello di Rivera che solo pochi altri connazionali hanno poi pareggiato. Ma in quella squadra oltre al grande alessandrino, che, fra l’altro giocò poco (mi pare solo 14 presenze) a causa di un serio infortunio, v’erano giocatori di ottimo livello tecnico, come Aldo Maldera, dal sinistro letale, Walter Novellino, acquistato in estate dal Perugia, l’esordiente Franco Baresi (classe 1960) e Fulvio Collovati (classe 1957), Albertino Bigon, centrocampista d’attacco, che avrebbe meritato sicuramente maggior fama e miglior considerazione di quella avuta e che quell’anno fu il capocannoniere del Milan (12 gol), Walter De Vecchi, buon centrocampista di mediana, dotato di un efficace tiro da fuori, Ruben Buriani, giocatore non soltanto di quantità e di corsa ma anche abile negli inserimenti. Poi mi piace ricordare le due punte Chiodi, arrivato dal Bologna, e “Dustin” Antonelli, che ebbe anche l’ingrato compito di non far rimpiangere Rivera. Con loro i veterani Albertosi, Capello, Rigamonti, Giorgio Morini e Aldo Bet. In panchina il grande Liedholm, già bandiera del Milan sul prato verde per 12 anni (quasi 400 presenze).
Dietro il Milan si classificò il sorprendente Perugia del presidente D’Attoma, di Ilario Castagner (allenatore) e di Silvano Ramaccioni d. s., poi dirigente del Milan berlusconiano. Una squadra quella umbra davvero tosta, tanto da concludere il torneo imbattuta, a soli tre punti di distacco dai rossoneri. Terza si classificò la Juve, quarta l’Inter.

Quel torneo, fra l’altro il primo – e forse anche l’unico – senza alcun giocatore “d’importazione”, avrebbe potuto segnare l’inizio di un ciclo importante per il Milan del presidente Colombo. Invece l’anno successivo scoppiò il primo “calcioscommesse”, che vide coinvolto proprio il presidente rossonero Felice Colombo, il portiere Albertosi, e i giocatori Morini e Chiodi. Il Milan fu, con la Lazio, la società più colpita dalla vicenda, in quanto retrocessa direttamente in B (prima retrocessione della sua storia).
A tanti anni di distanza, di questa brutta storia restano ancora aspetti poco chiari, anche perché a giudicare e sentenziare fu solo la giustizia sportiva. Senza voler entrare in una vicenda molto complessa, va detto che non vennero mai chiarite diverse “stranezze”, che riguardavano anche altre società oltre a quelle condannate.

Comunque, da quella botta il Milan stentò a riprendersi anche per una situazione societaria a dir poco precaria. Solo con l’arrivo di Berlusconi le cose sono cambiate, bisogna riconoscerlo, in maniera radicale. Ma questa è un’altra storia.
Comunque dieci anni dopo – campionato 1989 – 1990 – proprio un protagonista della stella rossonera fece un brutto scherzo al “suo” Milan. Infatti nella panchina di quel fortissimo Napoli di Maradona, Careca, Carnevale, Crippa, Ferrara, Zola, Mauro ecc., che ci sorpassò all’ultima giornata, dopo l’ennesima nostra Caporetto veronese, sedeva proprio Albertino Bigon, che, oltre ad essere stato un eccellente giocatore, s’è poi rivelato tecnico serio e preparato. Il legame tra i Bigon e gli azzurri è oggi continuato dal figlio Riccardo, attuale direttore sportivo della società di ADL.