Turno di ballottaggi con molte sorprese, quello di ieri. Il riferimento non è alla scarsa affluenza, divenuta ormai una costante, anche se non preoccupa quanto invece dovrebbe; ma ad una serie di risultati che “toccano” soprattutto il PD del divo Renzi. Infatti, mentre era prevedibile la sconfitta “democratica” a Venezia, la cui precedente Amministrazione di Centrosinistra era stata costretta alla resa a motivo degli scandali, molto meno preventivabili erano le sconfitte di Arezzo e, soprattutto, di Nuoro, tradizionale roccaforte rossa della Sardegna. Nel capoluogo barbaricino, dove peraltro l’affluenza non ha raggiunto il 50 % degli aventi diritto, la minestrina riscaldata del PD e dei suoi soci, impersonata dal sindaco uscente dott. Bianchi, è stata rispedita all’oste a favore di un candidato sindaco, Andrea Soddu, espressione di un’alleanza civico-autonomistica che, però, comprende anche i Sardisti e “La Base” di Arbau. La sconfitta dei “Democratici” è, anche numericamente, eclatante: 10462 voti per Soddu contro 4844 per Bianchi, che, al primo turno, ne aveva preso 1000 in più!!! Si tratta dunque di una vera emorragia elettorale dentro il “corpaccione” sofferente del PD, a cui non è andata meglio neppure a Portotorres. Qui al brodino democratico, rappresentato da un ex Sindaco, Luciano Mura, i cittadini hanno vistosamente – 8500 voti! – preferito la nouvelle cuisine politica proposta stavolta dal candidato M5S, Sean Wheeler. Da notare che Mura non è neppure riuscito a ripetere il risultato del primo turno, allorché aveva raggiunto quota 3683 voti, fermandosi a 3189, quasi 500 in meno! Insomma un disastro elettorale, completato dalla sconfitta, anch’essa netta, di Sestu. Solo la vittoria – importante ma di stretta misura – a Quartu fa da borsa del ghiaccio al partito, guidato in Sardegna da Renato Soru! State però tranquilli: dalle parti di via Emilia si farà finta di niente, perché in fondo va bene anche così. Allo stesso modo i 32 comuni conquistati dal PD nella tornata di ieri saranno sicuramente oggetto di soddisfazione presso i suoi vertici, dove finora si è sempre negata persino l’evidenza dei fatti, e cioè la disaffezione di un numero sempre crescente di cittadini per la “politichetta” italica, e la costante perdita di voti dello stesso PD, nascostosi dietro il paravento del famoso 40 % europeo. Invece un dato interessante, da analizzare meglio e più approfonditamente, è quello delle civiche, che anche nei centro maggiori sembrano prendere piede, riuscendo talvolta anche a vincere. Certo, bisogna stare attenti alla vera “matrice” di ognuna – il fenomeno delle liste “civicamente (o cinicamente) vestite” è ben noto! – ma che nei modi della politica siano in corso rilevanti trasformazioni è, adesso, indubitabile. La speranza è che gli sbocchi di queste esperienze siano davvero nuovi e positivi, in particolare nel dinamismo amministrativo e nell’approccio ai problemi e alle soluzioni. In questo senso anche ad Oristano, città – ahinoi! – amministrativamente malmessa quanto disambiziosa, sarebbe il momento di cominciare a riflettere su modi di far politica e amministrazione “altri” rispetto a quelli … diciamo così, “tradizionali”.