Trovarsi davanti le macerie della politica certo fa un brutto effetto soprattutto a chi di questa indispensabile “arte sociale” è da sempre appassionato. Ma queste sensazioni diventano ancor più negative di fronte allo scoraggiante scenario politico della città di Eleonora. E non mi riferisco tanto o soltanto alle pochade portate sul palcoscenico del Teatro …, ops Palazzo degli Scolopi almeno quattro volte al mese. Queste infatti sono soltanto una delle gravi conseguenze dello stato comatoso della politica locale. Stato del quale però a nessuno sembra importare qualcosa, ma che invece dovrebbe far riflettere e, magari, preoccuparci tutti, se realmente amiamo questa città!
Ma qual è oggi la situazione della politica oristanese? Intanto si stenta a trovar traccia di una qualche attività delle sigle partitiche – di “partiti” ormai non si può più parlare – ancora “vive”: invero della maggior parte di queste non si conosce più neppure un indirizzo “fisico” o virtuale. Certo esistono ancora, almeno ufficialmente, organigrammi con tanto di incarichi e posizioni, ma le tracce della loro operosità sono sempre più deboli.
Del resto, già alle ultime Comunali (2012), v’è stato un pullulare di liste civiche, la maggior parte delle quali d’appoggio ai candidati a Sindaco, ma qualcuna nata anche sulla scorta di un progetto a più lunga gittata, rimasto però lettera morta soprattutto per far spazio alle contingenti convenienze degli eletti/nominati in Comune.
Di questa mancanza di politica – e di progettualità politica – ha pagato un pesante fio proprio l’attuale maggioranza “progressista” (?) che guida il Comune. Soltanto quell’irresistibile fascino che esercita su chi lo detiene anche il più piccolo spazio di potere ha, finora, impedito alla maggioranza consiliare di far finire anzitempo i – poco esaltanti – giorni di questa Amministrazione. Una maggioranza consiliare – va detto – alquanto eterogenea e perciò difficilmente amalgamabile. Se poi ci aggiungiamo la supponente presunzione di qualcuno e le esagerate ambizioni di qualche altro, appare ancor più facile comprendere tanto i repentini quanto frequenti sbalzi “termodinamici” del Consiglio quanto i deludenti risultati finora ottenuti. Tutto ciò in attesa dell’ormai famoso quanto ipotetico “rimpasto”!
Ma se il Centrosinistra piange, altrove certo non si ride: tra contrasti, crisi interne, scissioni tra i pochi rimasti, abbandoni, qualche tentativo di costruzione o ricostruzione, un po’ dappertutto si respira polvere di macerie. Forse solo in terreno “indipendentista” e “grillino” non è entrata in azione la ruspa ma la betoniera.
Su queste basi è difficile immaginare che alle prossime Amministrative – primavera 2017 o, forse, prima? – possa esserci finalmente quella svolta positiva almeno quanto a prospettive. Al contrario, proprio tra chi segue attentamente gli sviluppi locali è diffusa la convinzione che ci sarà l’ennesima corsa alla creazione di civiche, cioè di liste di circostanza, create ad arte dalle solite abili ed esperte mani, mettendo assieme compositi gruppi per entrare o comunque piazzare qualche proprio candidato. Liste che poi si avvarranno dei ben noti programmi “copia e incolla” – del resto a Oristano i problemi sono sempre gli stessi, anche se sempre più gravi! – arricchiti però da qualche tocco di fantasia, che non guasta mai!
Di veri progetti politici dal respiro più ampio insomma, almeno stando ai bene informati, è prevedibile l’assenza, con l’eccezione di ciò che riguarda i propositi regionali di qualche capo o “ex” capo, certamente inseriti in grassetto dentro gli “accordi di programma” delle coalizioni.
Invece, come ormai pensano diversi cittadini e persino qualche “addetto ai lavori”, Oristano deve ripartire proprio dalla Politica, dai progetti politici, che uniscano persone le cui idee di società, di economia, di amministrazione, di fisco, di diritti/doveri, siano almeno reciprocamente assimilabili. Persone poi che vogliano impegnarsi davvero e senza secondi fini per dare un futuro non solo alla propria comunità ma alla stessa Sardegna! Insomma bisogna finalmente pensare a una politica che abbia al centro il futuro oristanese e sardo, e, dunque, che sia capace di sostituire nell’agenda politica le deiezioni canine, le arboree sporgenze radicali, o lo spazzamento delle strade, con idee concrete e realizzabili per quanto riguarda l’economia, i servizi, il fisco, la mobilità, la cultura ecc. ecc., e con proposte serie su un nuovo modo di amministrare la cosa pubblica e di orientare le scelte.
Del resto, al punto in cui si è, o si fa così oppure Oristano sarà condannata al ruolo marginale di città per “vecchi”, priva di identità, di presente e senza chi possa darle un degno futuro!
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