Il grande contributo di sangue e di eroismo dei Sardi con le stellette è noto. Un sacrificio sardo questo al servizio dell’Italia che però andrebbe sottolineato con maggior frequenza e, soprattutto, con il giusto orgoglio e l’appropriata fierezza! Purtroppo, come dimostra la stessa amnesia che ha colpito l’Amministrazione Tendas in occasione del centenario della Grande Guerra, troppo spesso così non è. Anzi, a volte sembra davvero che tutti questi valorosi siano caduti o abbiano sofferto invano, nell’oblio innanzitutto di coloro che, corregionali, dovrebbero invece valorizzarne e tramandarne il ricordo.
Oggi, peraltro, capita sempre più spesso di scoprire storie e personaggi rimasti nascosti, ma che tanto avrebbero da dire e da trasferire ai posteri. E’ questo il caso di ANTONIO PILI, classe 1923 di Golfo Aranci, oggi arzillo ultranovantenne residente a Civitavecchia, e in gioventù coraggioso aviere in quel di Russia, come marconista-mitragliere sui nostri bombardieri BR20, Z1007 ed S81. A lui è dedicato un bell’articolo nell’ultimo numero dell’importante rivista “Aerei nella storia” (n. 106, febbraio-marzo 2016), a firma di Paolo Colaiacomo. Pili poi percorse una brillante carriera nella neonata AMI come meteorologo, fino al congedo, nel 1979, con il grado di Maresciallo di Prima Classe. In seguito è stato nominato anche Cavaliere della Repubblica.
Una vicenda anzi una storia, questa del Maresciallo Pili, che, come tante altre rimaste finora ingiustamente celate sotto la polvere del tempo trascorso, ma che meriterebbe di essere conosciuta. “Ha vissuto l’inferno – scrive Colaiacomo – ed è tornato, per vivere la sua normale vita di persona speciale e raccontare, a chiunque la voglia sentire, la sua vicenda umana. Sono parole di sofferenza e paura, ma anche di altruismo, speranza e gioia“.
Grazie Maresciallo Pili!