“La nostra idea era molto diversa, ma con le risorse disponibili comunque è stato fatto un buon lavoro progettuale”: così ieri, alla presentazione del progetto per il “nuovo” mercato civico di via Mazzini, si è espresso il rappresentante di Confcommercio. Una presenza la sua particolarmente enfatizzata dai rappresentanti della Giunta comunale – in testa ai quali ovviamente il Sindaco GT – che non hanno certo mancato di ricordare tutto il lavoro di “condivisione” con gli attuali operatori del mercato e le loro associazioni di categoria, svolto in questo lungo periodo di gestazione; lungo proprio perché, come ha sottolineato l’assessore Efisio Sanna, “si è voluto accuratamente evitare un ennesimo passo falso dopo i due precedenti, che hanno fatto ritardare enormemente l’iter di questa importante e finora sfortunata incompiuta”.
Questo progetto sul quale l’Amministrazione comunale investirà complessivamente 4.135.000 euro, compreso un mutuo recentemente contratto di 1.200.000 euro ed altre somme spostate da vari capitoli di spesa, servirà, secondo GT, “a dare una speranza alla città, mettendo in pratica la nostra idea della centralità della terra per quello che è stato e che potrà essere anche in futuro lo sviluppo di Oristano”. “Con esso – ha proseguito il Sindaco – vogliamo dare ai prodotti della nostra terra una bella vetrina, un bel luogo per ospitare sia chi ci lavora sia chi viene a visitarci. E abbiamo posto ai progettisti come condizione fondamentale proprio quella di fare una cosa bella”.
A questo punto il responsabile del progetto, l’ing. Onnis, ha illustrato le “meraviglie” di questo nostro futuro mercato, partendo dai due ingressi, quello di via Mazzini con tanto di casetta, per la cui costruzione verrà impiegato il ferro recuperato proprio da alcune strutture mercatali da demolire, e successiva pergola, e quello di via Mariano, a due porte, ma sempre con l’idea dell’apertura e dell’accoglienza (ci sarà ovviamente anche un accesso dal parcheggio mentre è stato lasciato l’ingresso dal tunnel Conad). L’area di carico-scarico è stata spostata nella parte dove oggi sorgono i bagni, mentre nell’ala attualmente chiusa saranno situate le celle e la pescheria con 11 box. Le macellerie saranno anch’esse raggruppate tutte sul lato sinistro per chi entra da via Mazzini, mentre al centro saranno situati i box dell’ortofrutta tutti con uguale visibilità e poi sull’altro lato la zona alimentari.
Venendo alle grandi novità, o presunte tali, queste si sono materializzate in un’area ristoro tra i box dell’ortofrutta ed il bar, dedicata a tutti coloro che oltre ad acquistare vorranno anche assaggiare o consumare i prodotti del mercato; in una sorta di area giochi-baby parking, lato box alimentari, in una sala polifunzionale, indipendente dalla struttura mercatale, e in una sala esposizioni seminterrata, nel lato attualmente occupato da pescheria e celle. Vi saranno anche ascensori. La “fantastica” e storica copertura sarà mantenuta e adeguatamente coibentata, mentre la climatizzazione e il sistema elettrico si avvarranno di un innovativo impianto termomeccanico utilizzante la terra, il suolo come scambiatore termico, sfruttando la sua peculiarità di costante bassa temperatura, e di un potente sistema fotovoltaico.
Al servizio del mercato ci sarà un parcheggio multipiano con 282 posti auto, che sorgerà ovviamente nel sito di quello attuale, raddoppiandone però la capienza.
L’assessore Sanna ha poi fornito qualche indicazione sui tempi. Intanto dal 2 al 10 aprile gli attuali operatori saranno trasferiti nei locali di via Cimarosa, che aprirà al pubblico dall’11 aprile. Per la realizzazione dell’opera sono previsti 510 giorni, dunque meno di un anno e mezzo, per cui se l’iter progettuale andrà avanti celermente la consegna dei lavori potrà avvenire anche prima dell’estate.
Una valutazione del nuovo mercato sulla base di quel poco visto ieri è quantomeno prematuro farla. Tuttavia non si può non citare le parole del team-leader ing. Onnis, e cioè che si tratta di una “ristrutturazione di uno spazio pubblico all’interno di uno spazio urbano consolidato”. Dunque di fatto un recupero dell’esistente, un suo adeguamento strutturale e funzionale e un migliore sfruttamento degli ampi spazi esistenti. Niente di più o di meno.
Peraltro almeno in questa presentazione sono rimasti avvolti nell’ombra del mistero sia il parcheggio, di cui non è stata mostrata non dico una semplice planimetria, ma neppure uno schizzo (e sì che quanto a volumi questa è la parte più visibile del progetto), quanto le famose sale, mentre non è dato capire, non avendo visto da nessuna parte traccia di cucine o simili, quali piatti si potranno consumare nell’area ristoro, oltre, ovviamente a quelli “in crudo”. Ulteriori informazioni sarebbero dunque necessarie.
Anche la famosa “condivisione” con gli operatori è apparsa – non è certo la prima volta! – più che altro uno slogan. Infatti alcuni dettaglianti hanno, per quanto riguarda la pescheria, sollevato numerosi rilievi relativamente alla funzionalità dei box e delle stesse celle. Problemi questi certo risolvibili in sede di progettazione esecutiva ma che dimostrano, ancora una volta, un uso – come dire? – “disinvolto” della parola “condivisione” da parte di questa Amministrazione. Del resto, a proposito di “condivisione”, l’attuale Giunta non ha voluto neppure prendere in considerazione idee, non direi alternative, ma comunque molto diverse dalla sua, come quella di una sua parte, “NoiOr”, che, peraltro, non ha voluto o potuto sostenerla con l’energia termodinamica che sarebbe stata necessaria.
Comunque, come si dice in questi casi, qui vivet videbit! E speriamo bene!