ANDREA PUBUSA AD ORISTANO: “I CITTADINI DEVONO RIAPPROPRIARSI DELLE DECISIONI” (ADRIANO SITZIA)

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La rappresentanza non è una cosa astratta, ma molto, molto concreta e fondamentale!”. Su questo punto ha particolarmente insistito il professor Andrea Pubusa, ordinario di diritto amministrativo presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Cagliari, già consigliere regionale fra il 1984 ed il 1994 per il PCI, intervenuto ieri sera ad un incontro pubblico svoltosi a Oristano per iniziativa del locale coordinamento dei “Comitati per il NO” alla riforma costituzionale. “Invece questa riforma – secondo Pubusa – va proprio nel senso di ridurre pesantemente la rappresentanza” a vantaggio di quel vero e proprio feticcio politico che è diventata la governabilità, stravolgendo nel contempo l’assetto istituzionale dello Stato, secondo un processo già iniziato con i referendum degli Anni Novanta e le varie riforme elettorali, compresa l’elezione diretta del Sindaco. Pubusa si è soffermato soprattutto sul “nuovo” Senato “delle istituzioni territoriali”, sulla “chiusura” delle Province, sulla fine dello stesso Regionalismo collaborativo e la clausola di supremazia, oltre che sulla legge elettorale “Italicum”, un esempio fin troppo chiaro di riforma “ad personam”, fatta per sfruttare le favorevoli circostanze del momento. Ma il docente cagliaritano non ha mancato di criticare l’origine stessa di questo sconvolgimento costituzionale (ben 50 articoli), impostato e imposto dal governo ad un Parlamento “illegittimo”, battendo nel contempo sulla necessità per i cittadini di “riappropriarsi delle decisioni”.
Infine Pubusa ha tenuto a precisare che questa non è affatto una battaglia di retroguardia, ma invece punta ad avere veri cambiamenti “positivi” della Costituzione, sotto forma di emendamenti che amplino di volta in volta le libertà e ne accrescano l’efficacia.

Interessante e partecipato è stato il dibattito seguito a questa relazione, anche grazie alla bella introduzione di Davide, giovane attivista della Sinistra oristanese, che lo ha anche moderato (qualche volta “energicamente”). Tra gli intervenuti Piero Spiga, storico esponente del PCI oristanese e sardo, il quale, rifacendo con la memoria il suo percorso di formazione politica, ha voluto proporre un impietoso confronto tra quella che era la partecipazione nel locale Partito Comunista e l’attuale catalessia di quello Democratico. Antonello Ferreri ha confessato una sua iniziale propensione per il “sì”, inteso come voglia di nuovo, sostituita, dopo attenta riflessione, da un netto rifiuto. Carlo Puddu si è invece soffermato sull’art. 67 e la questione del “vincolo di mandato”. Per Gianni Mulas “la parola riforma è bella, affascinante ma anche vuota e pericolosa”. Edoardo Lai ha sottolineato quanto oggi, nei palazzi del potere sia in voga l’assunto che sarebbero i territori, le comunità locali a bloccare lo sviluppo del paese, ostacolando la realizzazione delle famose ed “indispensabili” grandi opere. Renato Orrù, già segretario provinciale del PSd’Az., si è invece chiesto come mai la Sinistra, protagonista della stesura ed approvazione della nostra Costituzione, nonché della sua difesa, oggi invece la stia demolendo. Interessanti anche gli interventi del professor Deiana e di Selma Bellomo.

Questo stimolante appuntamento non rimarrà isolato. Infatti sia il Coordinamento sia i singoli Comitati hanno in animo, nei prossimi mesi, di proporre altre manifestazioni e momenti di incontro e dibattito sulla riforma costituzionale e sul referendum d’autunno.