DA NOIOR ALL’UPC, MA SEMPRE AL SERVIZIO NON SEGRETO DI SUA MAESTA’ GT (ADRIANO SITZIA)

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p align=”JUSTIFY”>Stamane sono stato informato dell’adesione dei reduci di “NoiOr” all’UPC dell’ex senatore Antonio Satta. Oh, niente di straordinario o di inatteso. Infatti la voce di questo transito in città girava ormai da tempo. Ma da cofondatore di questo piccolo movimento nel già lontanto 2011 (con Umberto Marcoli, Emilio Naitza e Peppino Marras), in seguito costretto, insieme all’amico Marcoli, a gettare la spugna e ad andarmene, non posso non battere il pugno sul tavolo per la mesta fine di un progetto che, se altrimenti alimentato e diretto, avrebbe potuto dare qualche buon frutto per la città e per la sua politica.
L’idea di partenza, sulla quale tutti noi quattro – nessuno escluso! – c’eravamo ritrovati era di creare un movimento d’opinione che affrontasse, aperto al contributo di tutti, i tanti e gravi problemi politici ed economico-sociali dell’Oristanese, suscitando interesse, dibattito e voglia d’impegnarsi, senza nessun preconcetto ideologico, senza preclusione alcuna. Un percorso, certo lungo, difficile, faticoso, ma, se convintamente messo in atto, in grado di rinnovare anche nei volti oltre che negli atti la museificata politica arborense.
In seguito c’è stata la decisione – col senno di poi davvero infausta – di schierare “NoiOr” con il Centrosinistra per le Comunali 2012. Un discreto risultato elettorale, peraltro frutto più di vincoli amicali che di convinzione elettorale verso un progetto ancora embrionale, ha portato alcuni nostri candidati e dirigenti a mettere i loro preziosi glutei sui sacri scranni degli Scolopi. Da allora sono iniziati tutti i … “guai”! Guai che hanno messo a dura prova persino consolidati rapporti d’amicizia. Una parte di “NoiOr”, infatti, aveva cominciato a criticare l’Amministrazione comunale e i suoi metodi decisionali, tutti interni al cerchio magico sindacale, chiedendo invece un ruolo di rilievo per il tavolo cittadino del Centrosinistra e un maggior coinvolgimento delle forze politiche e della città almeno nelle “faccende” amministrative più rilevanti. Invece chi stava provando per la prima volta, o riassaporando dopo parecchio tempo l’irresistibile piacere di governare, ha “cambiato” idea, mettendo in secondo piano “NoiOr” e invocando pazienza, prudenza, cautela, avvedutezza politica. “Non è il momento giusto” – dicevano – “non bisogna aver fretta: i risultati verranno”! Eh, s’è visto!
Nel frattempo qualcuno di costoro, evidentemente troppo impegnato, ha preso anche l’abitudine di disertare le riunioni di “NoiOr”, mentre chi aveva mostrato interesse per il progetto civico, vedendo l’andazzo, si è pian piano – giustamente – allontanato.
Il pessimo risultato del nostro candidato – nel Partito dei Sardi!!! – alle ultime Regionali (2014) ha fatto il resto, trasformando in insanabile frattura quella che fino a quel momento era rimasta a livello di interna diversità di vedute e di intendimenti politici.
Oggi con l’ingresso dei superstiti amministratori di “NoiOr” nell’UPC di Satta è stato scritto – forse? – l’ultimo capitolo di questa piccola vicenda politica, nata con grandi ambizioni ma poi atterrata malinconicamente con le ruote sgonfie della solita mediocrità. Lo dimostrano le stesse generiche giustificazioni di questo cambio di casacca portate oggi dai leader Marras e Lai. Leggo infatti di non meglio precisate difficoltà incontrate dal gruppo consiliare ad avere un corretto dialogo e un confronto con la Regione sulle questioni di interesse locale (quali?). Se ne sono accorti dopo quattro anni!
Quanto alla traballante amministrazione cittadina i Noioristi ne attribuiscono i problemi – pensate un po’! – alle defezioni di alcuni consiglieri (sic! Sono stati gli unici un po’ coerenti). Ovviamente i nostri eroi non hanno perso neppure questa occasione per ribadire la loro lealtà a GT e soci, anche se, secondo il loro capogruppo, lealtà non sarebbe sinonimo di servaggio! Beh, meno male, anche se, finora, s’è visto solo quest’ultimo.

P. s.: sopra, in conclusione, ho messo un “forse?” perché continuo a ritenere che le premesse di “NoiOr” sono valide oggi come lo erano cinque anni fa! Anzi, la scadente amministrazione di GT è lì a dimostrare che Oristano ha bisogno innanzitutto di nuova linfa politica. E questa non può che venire dai suoi cittadini, stimolati ad impegnarsi. Cittadini che però devono essere presi sul serio.
Certo “NoiOr” rappresenta oggi un nome ed un simbolo molto … compromessi (la parola da usare sarebbe un’altra). Ma chi ha onestamente e sinceramente creduto in quelle cinque lettere come sinonimo non di “servaggio” ma di orgogliosa appartenenza e di speranza, non può ripudiarlo solo per via di altrui “debolezze”.