

Ebbene sì, cari amici, anche ieri il nostro grande GT, il più grande sindaco dopo il big bang, ce l’ha fatta! La sua stella ancora per qualche tempo splenderà solitaria in quel triste buco nero che è diventata la politica oristanese. Ci ha pensato mamma Regione, in versione cattedratica, a fornirgli l’ennesima, immeritatissima, scialuppa. Con la collaborazione di chi in Consiglio continua a tergiversare, diventando inconsapevole complice di questa lunga e dolorosa agonia della città, che è politica ma soprattutto economica e sociale.
La cronaca. Appello del segretario generale alle 19.27: tutti presenti, stavolta nessun certificato medico! Interviene subito il consigliere Falconi per chiedere una sospensione di un quarto d’ora, che però durerà ben 54 minuti. Infatti il successivo appello viene fatto soltanto alle 20.19. Tutti presenti, ma i volti dei consiglieri di opposizione sono quanto mai scuri. Infatti il tentativo di dimissioni in massa della maggioranza del Consiglio era nel frattempo fallito, nonostante gli sforzi per convincere quel solito consigliere indeciso a varcare finalmente il Rubicone, mettendo così fine a questo strazio.
Il primo punto all’ordine del giorno era la surroga della dimissionaria Giannella Urru con Mariano Musu, che aveva dato – a differenza di chi lo precedeva come numero di preferenze – la disponibilità al subentro. Un atto dovuto per legge, non c’è dubbio, ma che in questo clima di politica surreale e subrenale s’è trasformato in un ennesima piece tragicomica, fatta di monologhi sulla democrazia, sui derivati, sull’onestà o meno di questo e quello, sul processo alle intenzioni, su acque nuove e vecchie, su assunzioni “sospette”, su minacce di querela, su sciocche richieste di voto per appello nominale ed altre simili amenità, tutte cose buone soltanto per alimentare nel povero, bistrattato cittadino lo schifato disgusto verso la politica, i suoi organismi, i suoi interpreti. Andrea Lutzu ad un certo punto, definendo tale vicenda un “teatrino bestiale, massacrante, vergognoso ed indegno” ha giustamente ammonito l’aula: “Badate che la gente non fa differenza tra maggioranza ed opposizione!”. Purtroppo però chi avrebbe dovuto ascoltare e fare le scelte opportune – in primis GT, dimettendosi – invece è su altre lunghezze d’onda. “In questi rimanenti sette mesi possiamo chiudere importanti capitoli amministrativi” è il leitmotiv, che, come una suoneria di cellulare, esce dalla bocca del Sindaco ogniqualvolta le viene data aria. “Il rispetto dell’aula è rispetto per la città”, gli fa eco il suo capogruppo, Obinu. Ed il prof. Martani, nella sua ennesima lezione sulla democrazia, tuona che “questo non è il momento di commissari!!! E’ in corso la riforma delle autonomie locali, con una lotta tra Cagliari e Sassari, in cui una Oristano commissariata rischia di essere schiacciata!”. Il prof. Martani forse si dimentica – forse! – che al governo della Sardegna (e dell’Italia!) c’è il suo partito, che nell’aula in cui siede non è stato mai dedicato neppure uno straccio di seduta a nessuna delle cinquanta versioni della pasticciata riforma Erriu, e che il suo beneamato Sindaco finora non s’è certo distinto come intrepido paladino degli interessi della città e del territorio, in questo peraltro bene assecondato dai fantasmi oristanesi che siedono nell’aula di via Roma.
A proposito di crisi della democrazia, borghese o meno ormai non fa più tanta differenza, probabilmente ha ragione il consigliere Piras, quando si chiede se oggi “democrazia” e “burocrazia” non siano diventate sinonimi.
Comunque, dopo 75 minuti di chiacchiere si arriva al voto sulla surroga per appello nominale: 17 favorevoli, 4 contrari, 3 assenti! Così il nuovo consigliere Musu (foto in basso) può finalmente sedersi nei banchi del Consiglio e dire le sue prime – speriamo di una lunga serie – parole: “Ho accettato l’incarico solo per senso di responsabilità e per rispetto verso i cittadini che mi hanno votato. E così intendo svolgere il mio ruolo e assolvere a questo compito. Il Sindaco non deve mettermi in condizione di votargli contro!”.
Per il seguito della seduta, ormai senza più alcun significato politico, vi lascio al canale youtube, che ieri ha magicamente ripreso a trasmettere.
A questo punto non ci resta che sperare in uno scatto di orgoglio dei nostri concittadini, per appropriarci tutti insieme della “democrazia”, intesa come vera partecipazione, totale coinvolgimento, autentica passione per la cosa pubblica, e non certo come “burocratico” reintegro numerico di un’assemblea a garanzia soltanto di chi vi siede. La forma senza sostanza è solo un mero simulacro.
Una prece.