LA VITTORIA DEL “NO” E IL DAY AFTER DEI RADICAL CHIC [ADRIANO SITZIA]

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Costituzione

L’inattesa disfatta di Renzi e del “suo” PD non ha causato soltanto un colpo, forse decisivo, all’ennesimo tentativo di “normalizzazione” portato avanti in questi decenni in Italia; ha anche provocato, soprattutto nelle ore immediatamente successive al disastro, una serie di reazioni scomposte da una parte e dall’altra, sulle quali avrei voluto stendere un opportuno velo pietoso. Ma poi, domenica, è accaduto un altro fatto, stavolta calcistico, o, meglio, paracalcistico, che mi ha quasi costretto a riprendere, seppure brevemente, questo capitolo politico. Mi riferisco alle bruttissime parole del laziale Lulic nei confronti del romanista Rudiger, e, soprattutto, alle reazioni dei soliti benpensanti, che scorrazzano indisturbati nella nostra informazione, sempre pronti a strapparsi le vesti come duemila anni fa Caifa di fronte alle parole – di ben altro tenore! – pronunciate da Gesù. Scandaloso!, ingiustificabile!, un professionista dovrebbe imparare a parlare! e così via.  Sentenza senza attenuanti e senza appello: colpevole! Ma non stiamo parlando di un semplice calciatore, cioè di un “common man” per dirla alla maniera anglosassone, che oggi fa tanto chic? Cioè uno che, provocato, tira fuori, come spesso è accaduto un po’ a tutti, il peggio di sé e non certo il meglio? E allora? Ha sbagliato, verrà sanzionato. Stop!
Nessuno invece sanzionerà il probabile “brutto” quanto usuale spettacolo dei riposizionamenti di tanti politici – ed intellettuali! – “progressisti”, gli stessi che, solo pochi mesi fa, sgomitavano per salire sul carro renziano e trovare un posto il più possibile vicino al divino conducente.
Come nessuno mai e poi mai sanzionerà certe “brutte uscite” verbali da parte di questi sofisticati esseri superiori “baciati dal destino” radical chic, ma anch’essi vittime di secreti surrenali in eccesso, per cui: “Il Sud con alcune eccezioni, non ha una grande tradizione di votare bene per i propri interessi, …,  purtroppo ha una tradizione elettorale e politica di autolesionismo che non è proprio incoraggiante”. Cioè? I meridionali …? Per caso ho capito male?
E che ne dite di quest’altra perla: “In effetti a pensarci bene, c’è stata la fuga dei cervelli all’estero. Sarà per quello che solo all’estero ha vinto il Sì?”. Bello vero? Molto simile a quella famosa battuta, per cui chi votava a sinistra era un c*******!!!
Che stai a di’: guarda che quella poverina è stata provocata!!! Allora? Anche Lulic sarebbe stato provocato!
Del resto non è la prima volta che esponenti dell’elitè cultural-progressista italiana si segnalano per la loro evidente insoddisfazione di fronte all’inadeguatezza sia del “loro popolo”, o di parte di esso, sia del “popolo” in generale, e alla necessità di bacchettarne a dovere i ben noti difetti. Pensiamo soltanto ai commenti sull’elezione di Trump alla presidenza USA. The ordinary people, che roba! Ahh, mamma mia!!!
Eppure … va sempre tutto bene!
Non sono un fan di Grillo, né del suo modo di comunicare eccessivamente aggressivo. Ma, a volte, mi ritrovo se non nello stile, sicuramente nei contenuti di certe sue volutamente “brutte uscite”. E’ questo il caso! In un pezzo intitolato “Mi dispiace, non sarò il vostro comico mannaro” il leader pentastellato, a proposito di tali “intellettuali di quella pseudosinistra al sapor di filo interdentale”  tra l’altro scrive: ” … Possono i grandi opinionisti dire “abbiamo scherzato”’? Non ho mai sentito nessuno di loro riconoscere una volta, una sola, di essersi sbagliati. E adesso sono tutti lì, i sacerdoti proclamati dall’emittenza, a cercare un nuovo modo di tenere bassa la testa della gente. Non sono bastate tutte le televisioni e praticamente tutti i giornali pro SI, neppure le brochure del travestito morale per gli italiani all’estero mandate con i nostri soldi. E allora… cosa fanno? Lasciano perdere le grandi banche, quel sistema che gli ha messo a posto figli e nipoti e dicono: “avevamo scherzato, oppure, ci siamo sbagliati; la crisi non c’entra nulla con la costituzione”.