Si parla spesso – e a ragione – della necessità di un’efficace pulizia e manutenzione ordinaria della città, che, anno dopo anno, appare sempre più trascurata soprattutto in alcune sue zone (su tutte le frazioni e alcune zone periferiche). Strade povere di asfalto e piene di buche, marciapiedi molto “insidiosi” per chi li percorre, verde trascurato, escrementi animali, agrumi, erbacce ecc. sono all’ordine del giorno nelle lagnanze della gente, anche se, ad onor del vero, qualche residente dovrebbe riflettere prima di tutto sulle sue responsabilità, qualche volta non marginali. Così, per esempio, percorrendo il tratto finale di via Cagliari e gettando lo sguardo al di là della recinzione che circonda la zona sportiva di San Nicola, si può “ammirare”, ancorché parzialmente celata dal muretto e dalla vegetazione, una interessante collezione di moderno pattume, lattine, bottiglie e bottigliette, buste, cartacce ed altro ancora, che sicuramente lì non dovrebbero stare! Certo non sarebbe del tutto sbagliato mettere qualche contenitore per rifiuti in prossimità delle fermate autobus più frequentate. Ma tale carenza non può assolvere colui o colei o coloro che dimostrano un così scarso rispetto nei confronti della loro città.
Passando poi nel centro cittadino non può lasciare indifferenti il cattivo stato di diversi tratti del costoso selciato tempo addietro posato in molte vie della parte più antica di Oristano. Per esempio, risalendo via Garibaldi da Portixedda, ci si può subito e facilmente rendere conto del progressivo degrado di questa “delicata” pavimentazione stradale: i cubetti in diversi punti o mancano o si stanno gradualmente staccando dal loro allettamento. Proprio in considerazione del particolare tipo di fondo stradale utilizzato, sarebbe importante una maggiore attenzione e cura, soprattutto quando vengano eseguiti lavori edilizi implicanti tagli stradali o l’impiego di mezzi pesanti, ponteggi e affini.
Per concludere la passeggiata, ecco una cosa “curiosa”: abbandonato nell’unico angolo chiuso della piazzetta “San Giovanni Paolo II” tra il palazzotto ex Enel, ora in vendita, e l’altro edificio che, fino a pochi anni fa, ospitava una filiale dell’Unicredit, si può oggi vedere, tra il “verde” di una piccola aiola, un cartello stradale con su scritto “viale Armando Diaz”. Come e perché sia finito “dimenticato” in quel punto, piuttosto lontano dalla strada intitolata all’illustre Maresciallo d’Italia, è un mistero!