IL MONUMENTO A “SU COMPONIDORI”? UN GRUPPO DI ORISTANESI CI STA PENSANDO [ADRIANO SITZIA – SIMONE SPAHIU]

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Nella scorsa consiliatura passò quasi inosservata l’iniziativa di chi scrive insieme all’allora gruppo “Noior” di portare all’attenzione dell’assemblea civica oristanese l’esistenza di una legge italiana, la n. 717/1949 o “legge del due percento”, che impone agli enti pubblici, che intendano costruire nuovi edifici, la destinazione di una percentuale (max 2 % appunto) dell’importo complessivo dei lavori all’abbellimento degli stessi con opere d’arte. Ciò non solo al fine di “impreziosire” gli spazi pubblici, ma anche per arricchire il patrimonio dello Stato ed incentivare il lavoro degli artisti. L’iniziativa di “Noior” mirava eminentemente a sollevare il velo sulla progressiva scomparsa del mecenatismo pubblico ma anche sull’anonimo ed omologante grigiore di tanti spazi urbani della città, e sui limiti di prospettiva che un’idea dell’arte intesa semplicemente come conservazione e valorizzazione dell’eredità storico-culturale consegnataci dai maggiori, porta in e con sé. Purtroppo, come detto, tale meritoria proposta politica sembra essere caduta mestamente nell’oblio senza lasciare traccia di sé.
In questi giorni stanno giungendo a conclusione i lavori nella nuova piazza ricavata nell’area delle ex case minime tra le vie Palmas, Iglesias, Alghero, Sant’Antioco e Caprera, che ospiterà anche lo storico mercatino rionale. E’ uno spazio ampio ed esteticamente gradevole, nonostante l’incombente scialbore della parte posteriore di un palazzone finitimo, adesso fortunatamente ingentilita da due grandi mosaici raffiguranti un cavallo visto di fronte. Proprio questo tocco artistico, alquanto evocativo, ha ridestato in alcuni Oristanesi l’idea di realizzare e collocare proprio in tale piazza un importante monumento dedicato alla Sartiglia, meglio se al suo personaggio-simbolo: su Componidori. Perché proprio lì? Sarebbe banale rispondere “perché c’é (lo) spazio” oppure perché la piazza appare adatta ad ospitare un monumento, che anzi ne sarebbe il completamento quasi naturale. In realtà c’è un legame molto forte, molto grande tra la nostra Giostra carnascialesca ed il quartiere de “Su Brugu”. E non ci riferiamo solo al fatto che negli Anni ’50 e ’60 le vie Aristana e Solferino sono state teatro della corsa delle pariglie, o all’ubicazione nella stessa via Aristana – dunque a poche centinaia di metri dalla nuova piazza – della casa del Gremio dei contadini, che, ogni anno, ospita vestizione e svestizione del loro capocorsa. Il vero, vivo, originale, autentico legame sono i tanti nostri concittadini, originari di questo rione, che, in diverse epoche ed in varie vesti protagonisti della Giostra, le hanno dato energia e lustro. Ecco perché un’opera come questa non può non trovare in tale nuova piazza la sua sede migliore.
Tra due anni sarà celebrato il 140^ anniversario dell’inaugurazione della statua di Eleonora d’Arborea nell’omonima centralissima piazza, unico  monumento pubblico degno di questo nome realizzato in città almeno negli ultimi due secoli, oltre a quello di Piazza Mariano dedicato ai caduti della Grande guerra. Allora sarebbe davvero significativo ricordare tale storico avvenimento del maggio 1881, traguardo conclusivo di un percorso che mobilitò tutta la città e la sua classe dirigente – così come, del resto, qualche anno fa, per la demolizione delle fatiscenti case minime e la realizzazione della piazza si è mobilitata un’intera zona costituendosi in un folto ed agguerrito comitato civico –, con l’inaugurazione nella stessa data di un’altra nuova, importante e significativa opera d’arte pubblica, in un’altra nuova, importante e significativa piazza della città.