LE MIGRAZIONI UMANE FENOMENO COMPLESSO TRA REALTA’ E RAPPRESENTAZIONE: INCONTRO AD ORISTANO [ADRIANO SITZIA]

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Venerdì scorso all’Auditorium “San Domenico” di Oristano, MEIC e Movimento dei Focolari hanno ancora una volta voluto portare all’attenzione della città il tema, sempre molto scottante, dell’immigrazione. Stavolta però, come ha affermato la presidente del MEIC Luisanna Usai, “lo facciamo per replicare, per ribattere con numeri, dati e risultati di ricerche scientificamente condotte, a tutta quella cattiva informazione propagandistica, che oggi la fa da padrona mirando sempre e solo alla pancia dell’opinione pubblica, mai alla testa e men che meno al cuore”. Per fare questo le due benemerite associazioni hanno invitato in città appunto due esperti del fenomeno. Il primo ad intervenire è stato Maurizio Ambrosini, vercellese, laureato in filosofia e specializzatosi in sociologia, già docente alla Cattolica di Brescia e alla statale di Genova, ma soprattutto primo italiano ad avere la cattedra di Sociologia dei processi migratori, istituita presso la facoltà di Scienze politiche della Statale di Milano. Non a caso il prof. Ambrosini è autore di “Sociologia delle migrazioni” (Il Mulino, 1 ed. 2005), il primo manuale universitario italiano sulla materia, frutto del suo appassionato lavoro di ricerca e conoscenza del fenomeno. Le sue pubblicazioni più recenti sono “Famiglie nonostante. Come gli affetti sfidano i confini” e, con Paolo Naso e Claudio Paravati, “Il dio dei migranti. Pluralismo, conflitto, integrazione”.
I numeri e i dati – ha esordito Ambrosini – ci dicono cose molto diverse rispetto alla rappresentazione comune che si ha del fenomeno migratorio. Per esempio gli africani sono soltanto il 10 % del totale, che negli ultimi anni si è stabilizzato intorno ai 5,3 milioni, di cui circa 600000 irregolari, mentre i gruppi più numerosi sono europei (rumeni, bulgari ecc.). Inoltre a venire in Italia oggi sono soprattutto familiari di persone che vivono e lavorano da noi ormai da anni, i cosiddetti “ricongiungimenti”, mentre i richiedenti asilo sono appena 300000. Va inoltre sottolineato che in Italia ci sono almeno 1,3 milioni di immigrati di seconda generazione”.
Ambrosini ha poi analizzato con maggior dettaglio una serie di aspetti caratterizzanti il fenomeno migratorio, iniziando da quello, molto importante, dei “ricongiungimenti” familiari e le problematiche, le opportunità , ma anche le difficoltà, i rischi e le stesse implicazioni a livello psicologico, che riguardano queste persone, le loro famiglie (“meccanismi sostitutivi” con diversi “codici familiari”, nuovi riferimenti educativi, sradicamento ecc.), la maggiore o minore possibilità di inserimento sulla base soprattutto del luogo di origine (gli europei sono molto più facilitati rispetto da chi arriva per esempio da luoghi assai distanti come l’America latina o l’Asia). In questo senso interessanti sono state le sue parole sugli aspetti psicologici, tra cui la cosiddetta “Sindrome Italia”, che, pur non essendo ancora scientificamente riconosciuta – la definizione è stata coniata solo nel 2005 da due psichiatri ucraini – rappresenta una tipologia di disturbi manifestatisi a lungo andare in un numero cospicuo di badanti. In pratica si tratterebbe di una forma depressiva anche grave, con sintomi tipici da stress fisico e psicologico come ansia, apatia, insonnia, senso di tristezza e di alienazione, paure varie. Le cause rimontano al tipo molto particolare di lavoro, spesso alle stesse condizioni di lavoro (orari pesanti e sempre a stretto contatto con persone affette da patologie molto gravi ed invalidanti, alimentazione e possibilità di svago insufficienti, ecc.), oltre che ovviamente alla lontananza da casa. Ma altrettanto problematici possono diventare i ricongiungimenti familiari a distanza di molti anni, in contesti completamente diversi e/o con ruoli dentro la famiglia capovolti (la moglie porta i soldi, il marito deve badare alla casa, ecc.).
Da parte di Ambrosini sono venute anche alcune proposte operative, tra cui quella della “
famiglia-tutor”, che, almeno nel primo periodo, potrebbe essere essenziale punto di riferimento per il percorso di “cittadinizzazione” del nuovo arrivato nell’affrontare ostacoli come la non conoscenza della lingua, le  faccende quotidiane, la burocrazia ecc.
A Padre Stefano Messina, acese, sacerdote dei Missionari Oblati dell’Immacolata, e, dall’estate 2015, direttore dell’Ufficio Migrantes della Diocesi di Cagliari – dopo aver svolto analogo incarico presso la Diocesi di Firenze – è stato assegnato il compito di illustrare la situazione sarda  degli arrivi e delle partenze, negli ultimi anni riprese con numeri cospicui. A questo proposito Messina ha sottolineato che i sardi iscritti all’AIRE (Anagrafe Italiana Residenti all’Estero) sono oggi 120.423, con prevalenza degli uomini e delle persone tra i 35 ed i 45 anni, ma con un sempre maggior numero di giovani che, al ritmo di circa 3000 all’anno, sta lasciando l’isola in cerca di un futuro concreto. “Si tratta – ha proseguito – di laureati e/o di persone in possesso di qualifiche e competenze ben spendibili, ma vi sono stati anche tanti casi di ragazzi andati proprio all’avventura, senza titoli e competenze, con per loro drammatiche conseguenze, fino al suicidio”. Il responsabile di “Migrantes” ha perciò insistito sulla necessità di preparare bene i nostri figli, investendo in istruzione di qualità, per poter sfruttare le non poche occasioni, le possibilità che soprattutto l’Europa offre.
Per quanto riguarda gli immigrati in Sardegna, oggi circa 55000, Messina ha insistito sul fatto che queste persone possono essere un’importante opportunità per l’isola. “
Le situazioni difficili – ha detto il sacerdote – certo non mancano”, citando in particolare quella dei Rom e Sinti, rimasti purtroppo indietro nonostante quanto è stato fatto per loro proprio in Sardegna. Questo specifico risultato negativo, secondo Messina, è dovuto ad una pastorale “fatta per i Rom ma non con i Rom”. In generale il religioso ha insistito sulla necessità di applicare sempre e insieme, i quattro verbi indicati da Papa Francesco: accogliere, proteggere, promuovere, integrare.