Partita segnata, Atletico senza scampo: questa era l’opinione di molti tifosi alla vigilia del match testa vs coda tra Atletico e Vicenza. Invece, come talvolta, accade nello sport, il campo ha dato un responso diverso, tanto che ad un certo momento Davide-Atletico è stato sul punto di stendere Golia-Vicenza. Va detto che le ultime due prestazioni fuori le mura delle biancorosse oristanesi contro San Paolo Modena e Spal avevano mostrato una squadra in evidente progresso di forma e di convinzione nei propri mezzi, tanto che a Ferrara, dove non è potuto arrivare il modesto avversario ci ha pensato un più che discutibile arbitraggio. Oggi il suddetto progresso ha avuto chiara conferma: infatti la squadra è apparsa compatta, solida e combattiva, con i reparti tra loro vicini e con le attaccanti in grado di dare valido supporto agli altri reparti quando le vicentine avevano la palla.
Il primo tempo è stato caratterizzato da una supremazia territoriale veneta, invero piuttosto sterile a parte alcune conclusioni da fuori, ben neutralizzate dal portiere biancorosso. Dal canto suo l’Atletico si è affidata al vecchio, caro contropiede. Ed è proprio da un’improvvisa quanto efficace ripartenza delle padrone di casa che è scaturito il primo dei tre rigori di giornata: fallo di mano di un difensore vicentino, uno di quei falli che, con le nuove disposizioni, sono diventati netti a prescindere da distanza, volontarietà ecc. La solita, brava Daniela Quidacciolu ha trasformato spiazzando il portiere ospite.
Rabbiosa è stata la reazione reazione del Vicenza, che ha trovato il pareggio una decina di minuti dopo, sempre su penalty, concesso dal direttore di gara per un’entrata indiscutibilmente fallosa quanto ingenua ed inutile ai danni di un’attaccante ospite, che, spalle alla porta, stava tentando di muoversi nell’area oristanese. “Difensore scivoloso, difensore pericoloso” ripeteva spesso Carletto Mazzone. E se lo ha detto lui …
Rigore magistralmente trasformato dalla bomber veneta Yeboaa.
L’incontro è proseguito con il Vicenza impegnato a premere e l’Atletico pronto a ripartire. Fino a quando, pochi minuti prima del duplice fischio, proprio su un’altra ripartenza le attaccanti locali sono brave a conquistarsi una punizione quasi frontale a circa venti metri dalla porta vicentina. Al tiro si presenta Maura Mattana, che inventa una deliziosa parabola palo interno-gol alla destra dell’incolpevole portiere veneto.
Sul 2 – 1 si va negli spogliatoi.
Nella ripresa il copione non cambia: il Vicenza prova a fare la partita e l’Atletico gioca di rimessa, con molta applicazione e cercando lo spiraglio giusto per sfondare in contropiede. Ovviamente il gioco non scorre, è frammentato in decine di contrasti, alcuni anche piuttosto ruvidi, e l’agonismo prevale sulla qualità delle trame.
A cercare la porta è quasi solo il Vicenza, che trova il pareggio ancora su rigore per un fallo sulla Yeboaa, che però, al momento del contrasto di spalla da parte della Senes, non sembrava avere il possesso del pallone. La Yeboaa si è confermata implacabile rigorista, piazzando un rasoterra angolato alla destra del portiere arborense.
E’ stato poi ancora il Vicenza a sfiorare la segnatura prima con un colpo di testa da centro area a lambire il palo, e poi con alcuni “batti e ribatti” nei sedici metri oristanesi, in uno dei quali le ragazze ospiti hanno veementemente protestato per un fallo di mano.
Da segnalare infine, a una decina di minuti dal novantesimo, l’espulsione dell’oristanese Scanu, fino a quel momento una delle migliori, ed un forse eccessivamente lungo recupero concesso dall’arbitro, il quale nel complesso merita un buon “6”. Abbiamo visto arbitraggi molto, molto peggiori!
Un punto inatteso, si diceva, ma ampiamente meritato questo conquistato oggi dalla squadra del presidente Naitza contro la capolista del girone. Un punto che non può non far aumentare la fiducia nostre delle ragazze nei loro mezzi, nonché dargli nuove energie per la corsa alla salvezza. Una corsa che, alla luce dei risultati odierni, vede protagoniste, insieme all’Atletico, ormai soltanto Sudtirol Damen ed Isera. Un difficile triello dunque, che, proprio l’8 marzo, festa della donna, vedrà in scena ad Oristano il Sudtirol, in quello che sarà un vero e proprio spareggio “mors tua vita mea” – s’intende sportivamente parlando! Ma come dicevano gli antichi Romani, dum fortuna favet, parit et taurus vitulum. Allora crediamoci sempre, fino all’ultimo minuto dell’ultima partita!