In questi ultimi giorni ha suscitato animate e partecipate discussioni nei social la presentazione del progetto di un monumento a “Su Componidori” da collocarsi o in piazza Roma – davanti alla Torre!!! – o in piazza Manno (lato scuola media) da parte dell’artista (ceramista, scultore e pittore) Ermanno Scalas. L’idea di dedicare alla figura principe della storica giostra equestre oristanese un monumento in realtà non è nuova, tutt’altro. Ma, recentemente, la stessa è stata rispolverata prima da un gruppo di cittadini e poi, indipendentemente da costoro, anche dal dinamico presidente della locale Pro Loco, Gianni Ledda, che ha subito coinvolto lo stesso Scalas. Questi già negli anni Ottanta del secolo scorso, in sinergia con Luciano Loddo, anch’egli presidente della Pro Loco (1981-1992), purtroppo prematuramente scomparso, aveva portato avanti e quasi ultimato una statua equestre in bronzo di circa cinque metri per un già progettato monumento, non realizzato pare per determinanti “interferenze” politiche. Nel cronoprogramma reso pubblico alcuni mesi fa, l’intenzione dei proponenti era quella di presentare alla cittadinanza un modello già in occasione della Sartiglia 2020. Invece un leggero ritardo l’ha sbalzata nel pieno dell’emergenza epidemica che ormai da quasi due mesi sta mettendo a dura prova tutti noi, i nostri nervi e le nostre tasche, e le cui certamente gravi conseguenze – sociali, economiche, comportamentali ecc. – sono ancor oggi difficilmente … calcolabili. Dunque è un momento quantomeno poco felice per promuovere un simile progetto.
Tuttavia qualcosa si può e si deve dire qualcosa non solo e non tanto sulla proposta di monumento fatta da Scalas, per la quale faccio mio ciò che ha dichiarato a ‘La Nuova’ Salvatore Garau: “si tratta di un tipo di opera distante dal mio concetto di scultura”, e – aggiungo io – di arte. Si può e si deve dire qualcosa soprattutto sull’iter, sul percorso progettuale e realizzativo scelto dai suoi promotori. Intanto se “su Componidori” è il simbolo di Oristano, e, come tale, patrimonio di tutta la comunità, un monumento, ancor di più se importante ed impegnativo come quello in progetto, deve avere quale primo, basilare presupposto e punto di partenza, il coinvolgimento attivo della cittadinanza, che non c’è stato. Coinvolgimento ancor più necessario se a finanziare l’opera sarà chiamata in prima persona la stessa cittadinanza.
Trattandosi poi di un soggetto molto diverso dal classico monumento commemorativo, dalla tipica scultura di genere celebrativo, e, dunque, come tale alquanto impegnativo da definire, sarebbe stato opportuno costituire un gruppo di lavoro incaricato di raccogliere le proposte e tentarne una sintesi, un documento-guida da utilizzare per indire un concorso di idee aperto alla partecipazione di artisti, architetti ecc. Ciò avrebbe consentito di disporre di un ventaglio sicuramente ampio di proposte progettuali e ubicative. Del resto ciò è più o meno quanto venne fatto dai nostri maggiori nell’Ottocento, fin dal momento in cui l’Amministrazione comunale stabilì di realizzare il monumento ad Eleonora d’Arborea. Rifarsi, almeno ogni tanto, agli insegnamenti del nostro migliore passato non ci farebbe male.