Abbiamo ricevuto proprio oggi una lettera inattesa da colui che, con non comune audacia, ha osato (ri)proporre concretamente ad Oristano il progetto di un importante monumento pubblico a Su Componidori: Ermanno Scalas. Superata la sorpresa iniziale e dopo attenta lettura, abbiamo deciso di pubblicarla molto volentieri, perché davvero interessante per capire e le idee concettuali che hanno ispirato questa proposta di monumento ma anche la concezione stessa che dell’arte ha Ermanno Scalas. Ma la caratteristica che più ci ha convinto e colpito è il non comune garbo, l’urbanità con cui Scalas ha inteso esporre le sue idee e rispondere alle critiche ricevute, interpretando perfettamente lo spirito positivo che, fin dall’inizio, anima questo piccolo blog oristanese.
Buona lettura.
Adriano, ho deciso di scriverti dopo la recente chiacchierata, per meglio illustrare anche ai lettori del – tuo? vostro? poi mi dirai – sito il mio progetto di monumento a Su Componidori. Lo faccio perché ho notato con piacere che a questo tema, secondo me molto importante per la città, hai/avete dedicato già due articoli, peraltro molto interessanti.
Intanto due righe per presentarmi. Sono Ermanno Scalas, oristanese di nascita (nasciu in s’arruga deretta) e di famiglia, classe 1954. Posso dire di essere nato con la matita in mano, tanto che le prime cose sensate che, bambino, ho tracciato su un foglio bianco non sono state lettere o numeri, bensì disegni, tanti disegni. Mi sono formato presso quell’ottima scuola che è l’Istituto d’arte, oggi doverosamente dedicato a Carlo Contini, per poi perfezionarmi a Roma. Ho avuto per tanti anni il mio laboratorio qui in città, finché non ho deciso di andarmene per trasferirmi nell’altro emisfero, in Australia e Nuova Zelanda. Poi l’approdo negli USA per un’esperienza artistica e umana davvero formativa. Infine la decisione di tornare a casa.
Un’altra cosa che voglio riferirvi è la mia passione per la Sartiglia, fin da bambino. A questo proposito ho trovato poco comprensibili tutti quei commenti nei social da parte di molti miei concittadini, contro la Sartiglia, il suo carattere, come dicono gli studiati, pervasivo, perché a Oristano – a detta di queste persone – c’è solo Sartiglia. Chiariamoci: se Oristano è solo Sartiglia, se Oristano non cresce, non si sviluppa, non è mica colpa della Sartiglia!!! Al contrario, la Sartiglia è un grande valore aggiunto!!! Si tratta invece di fare altro nei restanti 350 giorni! Questa è la vera sfida, po immoi perdia!
Voglio dire un’altra cosa a tutti quei concittadini che, scrivendo sul monumento, hanno parlato di dinai fulliau e che Oristano ha tante altre vere urgenze: disoccupazione, povertà, tante buche, marciapiedi distrutti, sporcizia – ma chini imbruttada!? – … insomma ci siamo capiti. Io vi dico che fare un importante monumento pubblico non solo non toglierà un cent alla manutenzione della città o all’assistenza, ma se riuscirà bene darà un valore aggiunto alla stessa città e pure un po’ di lavoro a chi (tecnici, impresa, artigiani) vi sarà coinvolto. Voglio precisare un’altra cosa: questo è un mio regalo alla città, perché a quest’opera io ci tengo molto e non da oggi. Sì, perché se fosse andato a buon fine il progetto che a suo tempo feci, Oristano avrebbe già avuto il suo monumento a Su Componidori! Ma è acqua passata.
E vengo alla parte più importante e per me più interessante: i giudizi sulla mia proposta. Infatti quando ho deciso di rendere pubblici i disegni (da una mia idea approvata anche dal presidente della Pro Loco) l’ho fatto proprio per suscitare reazioni e un dibattito. Anche qui devo però fare una premessa, necessaria per capire il progetto. Il mio gusto, i miei riferimenti, le mie preferenze artistiche sono “classiche”: l’arte greca e romana, il Quattrocento, il Cinquecento, il neoclassicismo, il naturalismo, il purismo, il realismo ecc. Non sono molto bravo con le parole, ma voglio dire che al centro della mia arte c’è sempre la figura come la si vede, e quindi la sua riproduzione nei suoi aspetti, gesti, atteggiamenti, espressioni. Per altri artisti non è così e va benissimo. Perciò sottoscrivo quanto ha detto Salvatore Garau, che è difficile giudicare il lavoro di un artista “molto distante dal mio concetto di scultura”. E perciò non me la sono presa leggendo le parole del dott. Fenu, non tanto sul “brutto elevato a sistema”, su cui preferisco non esprimermi – mi occorrerebbe conoscere i suoi “canoni estetici” – ma soprattutto quando parla di un’ “opera di stile ottocentesco”. Ha perfettamente ragione, perché, per me, la lezione di maestri come Lorenzo Bartolini, Pietro Canonica, Vincenzo Gemito, il Vela ed altri è stata molto importante. E non mi sento affatto un tardo epigono di costoro, ma uno che ha preso da ciascuno di loro per poi giungere a una propria dimensione. Ecco perché il bozzetto del monumento (sì perché si tratta di un bozzetto che in fase di realizzazione sarà e potrà essere diverso, potrà cambiare) è fatto di figure e perché queste figure sono fatte così e non in altro “modo”.
Voglio dire ancora un paio di cose: il progetto del monumento è, come si dice, in divenire e io sono aperto a tutte le critiche oneste ed ai suggerimenti. Invito tutte le persone interessate a vedere, non appena sarà possibile, dopo questo tempo di isolamento che sta limitando già troppo a lungo le nostre libertà, il modello di circa due metri d’altezza ormai quasi finito. Questo permetterà sicuramente giudizi più precisi. Grazie.