Anche in città di fronte alla perdurante minaccia del Covid 19 crescono visibilmente inquietudine e nervosismo, non solo da parte dei cittadini ma anche degli stessi operatori sanitari, in questa crisi finora i più esposti ai rischi di contagio. Ad accendere la miccia è stato un comunicato del presidente dell’Ordine dei Medici oristanese, Antonio Sulis, che ha esternato tutte le preoccupazioni della categoria per quanto riguarda soprattutto l’attuale insufficiente livello di protezione, di prevenzione e di sicurezza riservato agli stessi operatori sanitari, invocando screening e tamponi non solo per tutto il personale sanitario del San Martino e dell’intero territorio, ma anche per i pazienti che si recano al nosocomio oristanese. “Rischiamo che la fase 2 – ha concluso Sulis – regredisca alla 1 con un danno disastroso, sanitario ed economico”.
A Sulis ha replicato a muso duro la consigliera regionale leghista Annalisa Mele, anch’essa medico. L’esponente salviniana ha citato una serie di dati relativi al basso numero di contagi registrati in tutta la provincia anche tra gli operatori sanitari – 5 sul totale regionale di 306 –, e al numero a suo dire adeguato di tamponi effettuati sugli operatori sanitari (circa 900 nell’ultimo mese). Le sue conclusioni sono che “dipingere una sanità in ‘stato d’abbandono’ non restituisce nemmeno giustizia e merito agli operatori impegnati materialmente nell’esecuzione dei tamponi, nonché ai medici e tecnici dei laboratori, che stanno portando avanti un’attività di fondamentale importanza, soprattutto in questa delicatissima fase”, per cui “in questo contesto, gli attacchi alla Regione e in particolare all’Assessore della Sanità, sono destituiti di qualsiasi fondamento”.
Infine la Mele si chiede “se il presidente dell’Ordine stia generando allarmismo senza conoscere i dati o, peggio, se li conosca e si stia lanciando in un attacco contro la Regione per motivi politici o personali”
L’intervento polemico dell’esponente politica del (fu?) Carroccio nei confronti del rappresentante ufficiale della sua stessa categoria, ovviamente non è passato inosservato. Infatti, puntuale e a stretto giro di posta è giunta la risposta della FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale) provinciale, a firma del suo presidente Sandro Usai. Secondo i medici di famiglia oristanesi l’esponente politica leghista potrebbe aver “confuso la provincia di Oristano con la provincia di Verona”. Usai ricorda subito che “l’unico screening in corso nella provincia di Oristano sul personale medico è quello sierologico sponsorizzato dall’Ordine dei Medici di Oristano”. A ciò occorre aggiungere che “gli unici tamponi effettuati su medici sono stati quelli su medici già trovati positivi allo screening sierologico ed ai colleghi venuti a contatto con loro, oltre a tutti i sanitari venuti a contatto con pazienti infetti”. Usai poi rincara ulteriormente la dose sottolineando la persistente grave insufficienza delle forniture di DPI da parte dell’ATS. Solo “le consistenti forniture da parte dell’Ordine dei Medici e della FIMMG” hanno permesso di disporre di un numero almeno bastevole di questi fondamentali dispositivi.
Perciò, almeno secondo il segretario della FIMMG, il sospetto della Mele che dietro la presa di posizione del presidente dell’Ordine si celino “motivi politici o personali”, è solo “un’enorme distorsione della realtà che non migliora la precarietà della situazione della sanità oristanese”.
Fin qui la cronaca “ufficiale”.
Ma, allargando gli orizzonti oltre le vane ed infeconde polemiche politiche, non si può far finta di niente di fronte al fatto che, finora, dopo tre mesi e mezzo (!!!) dall’inizio dello stato di emergenza, la sola, unica risposta energica ed efficace a questa epidemia è stata di rinchiudere le persone in casa per oltre 60 giorni, cioè due mesi!!! Il resto è stato solo confusione e promesse à gogo. E’ tutto fermo o quasi!!!
Per quanto riguarda poi l’aspetto più propriamente sanitario, vale la pena di ricordare ai nostri politici che non c’è solo il Covid 19; che, soprattutto in un territorio come il nostro, ci sono tante persone colpite da patologie gravi o gravissime (tumorali, cardiache, respiratorie, ecc.), e che, stando almeno a ciò che si sente, per esempio strutture sanitarie molto importanti per questi malati, come i poliambulatori, sono praticamente bloccate.
“Il mondo dietro i vetri – canta Celentano – sembra un film senza sonoro“. Domanda: per quanto tempo ancora si dovrà – e si potrà – andare avanti così?