Riprendiamo le pubblicazioni dopo oltre un mese di stop, per tutta una serie di problemi. Lo facciamo ripartendo con gli interventi di politici oristanesi sui tre anni della Giunta Lutzu. A questo proposito vogliamo pubblicamente scusarci con l’amico Maurizio Serra per il colpevole ritardo con cui pubblichiamo il suo intervento, pervenutoci a giugno, ossia oltre un mese fa. Ci dispiace per il grave ritardo, di cui appunto chiediamo scusa all’autore.
Buona lettura.
Affrontare il tema “Oristano” dal punto di vista politico-amministrativo è un compito difficile anche per chi conosce a fondo la storia della città e delle sue vicende. Se poi si tiene conto delle sempre crescenti difficoltà che gli amministratori locali si trovano di fronte, anno dopo anno, in quest’epoca di gravi e ripetute crisi e di profondi quanto repentini mutamenti degli scenari economici, politici, legislativi e finanziari, il compito di esprimere utili e, insieme, equilibrati giudizi può diventare davvero improbo ed insieme ingeneroso nei confronti di chi comunque, da amministratore, ci mette la faccia. Tuttavia una cosa – purtroppo! – ho osservato da quando ho iniziato a seguire con attenzione la politica locale: a Oristano, in ogni tornata elettorale, ci ripetiamo sempre più o meno le stesse cose. Ciò significa che, giunta dopo giunta, sindaco dopo sindaco, le stesse o non si fanno o, comunque, non si affrontano in maniera anche solo in parte adeguata. Individuare il o i “perché” di questa ormai caratteristica inerzia amministrativa oristanese richiederebbe un lungo e complesso discorso a sé, per cui in questa occasione preferisco spostare l’attenzione su ciò si sarebbe già potuto e/o si potrebbe ancora fare. Comincio da un settore che, anche per la professione che faccio – sono un ingegnere, libero professionista -, posso dire di conoscere bene: l’urbanistica. Nel 2010 è stato approvato un nuovo PUC. Da allora sono già trascorsi dieci anni, un periodo sufficiente per darne una valutazione sulla base sia dei risultati ottenuti sia delle aspettative che ne hanno consentito l’adozione quasi all’unanimità dopo anni di confronto (e scontro). Una valutazione che andrebbe vista anche come indispensabile premessa per una, secondo me, ormai indifferibile rivisitazione dello stesso PUC, che non può non tenere conto delle evidentemente mutate esigenze e della stessa attuale situazione della città. A questo proposito voglio ricordare anche il nuovo Piano particolareggiato del centro storico, quartiere questo che si va vieppiù spopolando – credo che i residenti attualmente non superino il migliaio – per tutta una serie di problematiche, non ultime le difficoltà, i vincoli ed i costi di recupero degli immobili. Occorre dunque trovare soluzioni per rendere questo quartiere interessante ed attrattivo, non solo per i residenti ma anche per chi viene da fuori, e – perché no? – dall’estero, affinché possa trovare piacevole trascorrere certi periodi dell’anno nella nostra bella isola.
Collegati strettamente al PUC sono il piano della mobilità urbana, anch’esso ormai entrato a far parte dell’hit parade delle incompiute, nonché gli interventi sulla viabilità. A tale riguardo mi preme sottolineare che alcuni interventi sono possibili senza attendere l’approvazione dei piani, e a costi direi sopportabili: penso per esempio ad una migliore disciplina di certi incroci pericolosi, o agli attraversamenti pedonali situati in punti critici, a ridosso di svolte ecc.
Mi chiedo anche che fine abbiano fatto alcune opere più volte annunciate ma mai avviate, come la famosa e discussa “circonvallazione”.
Non si può certo dimenticare lo stato di quasi totale abbandono delle frazioni, a parte qualche centinaio di metri di tappeto qua e là rifatto. In questi centri peraltro si avverte fortissimo il malessere dei residenti nei confronti del Comune, per essere immancabilmente messi all’ultimo posto in tutto, fuorché nei tributi da pagare. Amministrazione che cambia, compresa questa in carica, problemi che rimangono! Di questo sono testimone diretto, in quanto residente a Massama.
Sempre a proposito di temi urbanistici, collegati stavolta alle imposte da pagare, ci sono tutti quei casi in cui il cittadino si trova a dover sborsare cifre importanti in cambio di niente: penso per esempio alle famose zone C2RU. C’è poi la faccenda dei centri matrice nelle frazioni, che, praticamente, sottopongono quasi tutto l’abitato a vincoli di vario tipo, con tutto lo scoraggiante portato di incertezze su ciò che si può o non si può fare.
Dentro il capitolo delle frazioni, un paragrafo speciale merita l’incompiuta Torregrande. Anche questa Amministrazione per la borgata marina ha promesso tanto, addirittura un master plan, ma finora ha concluso davvero poco. A questo punto sono certo che pure nella prossima campagna elettorale per il Comune, Torregrande sarà al centro dei programmi di tutti gli aspiranti Sindaci, che ci verseranno “fiumi di parole”, destinate forse a rimanere tali. Sarebbe il momento di invertire questa negativa tendenza.
Poi si può parlare di ciò che ad Oristano, città di servizi, è stato tolto o fortemente ridotto: in questo senso non si può tacere su quanto è accaduto e sta accadendo a livello di sanità in tutto il nostro territorio.
Un lungo discorso meriterebbe anche il settore culturale e con questo la capacità di rendere città e territorio interessanti anche in una logica turistica, in grado di superare quel turismo “mordi e fuggi” che oggi in buona percentuale caratterizza i numeri di questo importante settore economico.
Ancora, artigianato tipico, scuola e formazione, università, dovrebbero essere quanto meno messi sotto la lente d’ingrandimento per ragionare sul come farli crescere e metterli proficuamente al servizio del territorio.
Ma così sto cadendo nella trappola del riproporre per l’ennesima volta il solito “elencone” di ciò che non va. Per questo preferisco fermarmi qui, sperando che in questo rimanente biennio l’attuale amministrazione porti a casa qualche importante risultato, al di là degli annunci periodicamente fatti. Altrimenti saranno trascorsi inutilmente altri cinque anni! Questa sarebbe una brutta cosa per tutti noi, a prescindere dal colore politico; una cosa che Oristano non può più permettersi.