Dopo il lungo letargo un improvviso risveglio autunnale! Potrebbe essere questa la sintesi della manifestazione sulla sanità oristanese, tenutasi oggi al parcheggio di via Carducci di fronte alla sede istituzionale dell’appena risuscitata ASSL oristanese, e che ha riunito Sindaci, amministratori locali, rappresentanti politici – c’erano quasi tutti i consiglieri regionali del territorio e pure qualche ex -, sindacali e di diverse associazioni operanti nel settore, nonché molti aderenti al Comitato per il diritto alla salute, recentemente nato ad Oristano e in molti altri centri della Provincia. Attorno però ha regnato la solita impassibile placidità della città, che il luogo scelto, fisicamente separato dal contesto urbano, se possibile ha pure amplificato.
Voluta dalla Commissione speciale sulla sanità del Comune capoluogo e dai sindacati unitari, questa prima, e forse ormai “a buoi scappati”, uscita pubblica è stata comunque l’occasione per ribadire le numerose, gravi quanto – ahinoi! – annose e ben note carenze della sanità oristanese, rese ancor più tragicamente evidenti dalla lunga emergenza epidemiologica, e, insieme, per alzare la voce – pur con un solo megafono disponibile! – verso chi – mamma Regione (sssccc, a voce bassa!) – questo territorio da molto tempo s’è dimenticata che esiste. Del resto, qui da noi, alquanto (tristemente) conosciuto, anche perché certa politica locale lo ha pure sostenuto, è quel ritornello dei 50/40/30 minuti da Cagliari, tanto che, al punto in cui ci troviamo, converrebbe persino chiedere di entrare nella sua nuova città metropolitana, già “allungata ed allargata” all’inverosimile!
Introdotti dal segretario provinciale della CGIL, Sanna, si sono alternati al megafono diversi sindaci, da quello di Oristano, Lutzu, che ha chiesto interventi immediati in un territorio abbandonato a se stesso, a quello di Bosa, Casula, che ha subito sottolineato la totale assenza dell’ente Provincia, che deve essere quanto prima restituito ai suoi legittimi azionisti, e ha fatto un accorato appello per il superamento dell’amor di campanile e per fare sintesi attorno a chi – il sindaco del capoluogo – può ben rappresentare, in assenza dell’agonizzante ente intermedio, le istanze di tutte le zone dell’Oristanese. Appello all’unità pur nella diversità ideologica è venuto anche dai sindaci di Marrubiu, Santucciu, e di Baradili, Zedda. Quest’ultimo ha rimarcato l’incredibile situazione di abbandono del principale presidio sanitario zonale, il Poliambulatorio di Ales, a rischio agibilità, nonostante da tempo siano disponibili i finanziamenti per alcuni interventi ormai indifferibili. Efficace poi la sintesi del primo cittadino di Fordongianus, Pischedda: “In questa provincia non si sa chi stia peggio: stiamo tutti … peggio!”. Di “smobilitazione” da parte dello Stato e della Regione ha parlato il Sindaco di Cabras, Abis, che ha evidenziato lo scarso peso politico del territorio, ma anche la sua frammentazione politica, che deve essere superata con un progetto condiviso. Un progetto – ha detto Abis – che parta non dalla solita richiesta di un diritto, bensì dalla sua legittima pretesa: il diritto alla salute!
Sono intervenuti anche un rappresentante del Comitato per la difesa dell’ospedale “Delogu”, che ha ripercorso la storia fino alla prossima trasformazione della struttura in centro covid e una rappresentante del Comitato per il diritto alla salute di Oristano, che ha fatto il punto sulla difficile situazione dell’Ospedale San Martino, a cominciare dal Pronto soccorso, sguarnito di medici e di operatori, dall’anestesia, dalla radiologia, oltretutto attualmente senza neppure una TAC operativa. “Neppure un ospedale da campo – ha aggiunto la dottoressa Marras – si è riusciti ad ottenere, mentre pare che non sia stata ancora inoltrata al Ministero della difesa la richiesta per avere un hot spot covid”.
Hanno chiuso gli interventi Efisio Sanna, presidente della nuova Commissione consiliare speciale sulla sanità oristanese, e lo stesso Andrea Sanna. Quest’ultimo, ribadendo l’appello all’unità della politica oristanese per dare forza a questa sacrosanta battaglia, ha con forza battuto su un punto: è ora di finirla con gli interessi particolari, quando non personali, in sanità e non solo!