Il progetto di ricorrere ai cosiddetti “medici in affitto” per tamponare l’emorragia sanitaria oristanese ha sollevato diffusi dubbi e polemiche nella società e nella stessa politica. È di oggi l’intervento molto critico di Bruno Palmas, presidente regionale del TDMe (il Tribunale dei Diritti e Doveri del Medico). Palmas non ci va giù leggero di fronte a questo progetto: “Siamo arrivati anche a questo, ai medici in affitto, senza remore di dignità e senza regole e garanzie, con le corsie ospedaliere che diventano luoghi di lavoro a ore, occasionali e anonimi locali di passaggio dei cittadini nel corso della loro vita. E i medici trattati come oggetti viventi, da usare all’occorrenza, e non come professionisti che hanno rischiato la loro vita nel corso di questi terribili mesi di pandemia”.
Secondo Palmas ci sono poi “seri dubbi sulla legittimità di queste procedure. Se è vero che la intermediazione di mano d’opera ha profili di illegittimità e che le ASSL devono assumere il personale secondo i contratti di lavoro nazionali dei professionisti, e che infine l’acquisizione del personale tramite le Agenzie interinali deve essere preceduta da rigorose procedure di trasparenza, chiediamo che si faccia chiarezza su queste procedure e sulla loro legittimità. Infine con chi questi professionisti stipulano il contratto di lavoro? Con la ASSL o con la società interinale?”.
Per Palmas la politica conosceva bene e da anni, anche attraverso le ripetute denunce dello stesso TDMe, ciò che sarebbe accaduto con la valanga di pensionamenti, ampiamente prevista e prevedibile, e che ha esposto il SSN alla grave carenza di medici, soprattutto specialisti. Tuttavia, come troppo spesso le accade, la politica è rimasta sorda ai richiami delle associazioni delle professioni mediche, per cui, conclude Palmas, “oggi paghiamo quella sordità e quella noncuranza, alla quale i medici hanno risposto con turni massacranti, orari prolungati, abnegazione e orgoglio professionale. Per la politica invece oggi é più facile appaltare mano d’opera a contratto, in perfetto stile padronale, piuttosto che bandire concorsi veri, per un lavoro che sia dignitoso e normale, come dovrebbe sempre essere. Quei medici faranno il loro lavoro, lo faranno bene, perché sono professionisti seri, dando ai cittadini le risposte che essi hanno diritto di avere. Noi li difenderemo per questo, con l’Ordine dei Medici, per salvaguardare i medici e i servizi sanitari.
E la politica sappia che da oggi c’é anche il TDMe a controllare ciò che verrà fatto”.