“Leggiamo con sufficiente incredulità del progetto regionale di un mega-super-eccellente nuovo ospedale che dovrebbe nascere nello spazio tra la Fiera Campionaria ed il quartiere S. Elia a Cagliari. Nei mesi della pandemia da Covid-19 abbiamo assistito con profondo rammarico e dispiacere al progressivo abbandono dei piccoli ospedali di periferia e di tutta la sanità territoriale, con esponenziale dilatazione delle liste d’attesa, con generale e disastroso assottigliamento degli organici ospedalieri, con l’utilizzo improprio dei medici e con l’abbandono dei malati cronici al loro destino: ma a dispetto di tutto questo sfascio a qualcuno viene in mente di programmare la costruzione di un nuovo mega ospedale. Tutto questo, se non fosse sconcertante, sarebbe ridicolo!”.
Così il dott. Bruno Palmas, Presidente regionale del TDMe (Tribunale dei diritti e dei doveri del medico), ha commentato l’ultima esternazione sanitaria del Presidente della Giunta Regionale, riguardante questa volta la realizzazione di un nuovo polo ospedaliero di eccellenza – ovviamente! (ndr.) – a Cagliari, prontamente ribattezzato il “Betile della Sanità” (sic!), che si aggiungerebbe al ‘Brotzu’ ed al ‘Casula’ (il Policlinico Universitario), che, peraltro non stanno vivendo, come del resto tutta la sanità sarda, il loro momento migliore.
“I medici ed i cittadini sardi non hanno bisogno di promesse inutili e ingannevoli – prosegue Palmas -. Inutili perché gli ospedali che abbiamo ci bastano. Basta farli funzionare bene e attrezzarli di medici e di strumenti adeguati. Ingannevoli perché il vero problema della sanità sarda è il rilancio dell’assistenza sul territorio, in pieno accordo con il Recovery Plan (Case di Comunità, Ospedali di Comunità, nuova medicina di famiglia, nuova organizzazione delle strutture specialistiche, rilancio del sistema di prevenzione, nuovo corso per i Distretti Sanitari), come ha tristemente messo in evidenza il corso disastroso della pandemia, che ancora non abbiamo del tutto superato”.
Secondo il Presidente del TDMe, dunque, la proposta della Giunta Regionale deve essere rispedita al mittente senza “se” e senza “ma”. Palmas d’altro canto conferma la propria disponibilità ad un confronto serio sul futuro della sanità in Sardegna, “a partire dalla necessità di intervenire in modo forte su ciò che esiste, valorizzando il ruolo dei medici, le strutture della periferia sanitaria e sociale, chiamando le forze migliori del sistema sanitario ad uno sforzo comune per il bene dei Sardi. E senza guardare al profitto degli appalti, ma solo alle capacità professionali degli operatori sanitari e sociali”.
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