La politica contemporanea pratica sempre più spesso, evidentemente anche con eccellenti risultati (= consenso), la specialità sportiva del lancio di intenzioni. D’altronde la possibilità non solo di misurare l’effettiva “lunghezza” di ciò che viene… strillonato, quanto già di ricordare tutti i “lanci” fatti, è inversamente proporzionale al numero degli stessi, per cui più se ne fanno “meglio è” (ovviamente per chi li fa).
E proprio a proposito di lancio di intenzioni, stamane dando un’occhiata alla cronaca oristanese, ne ho individuato uno piuttosto interessante, anche perché, quasi istintivamente, l’ho associato a quella purtroppo solo reboante “etichetta”, ancora visibile in diversi punti della città, di “Oristano città dello sport”! Stavolta si tratta dell’intenzione da parte dell’attuale Amministrazione, esplicitata alla stampa dall’assessore competente, di dare in gestione lo stadio/campo sportivo comunale “Tharros”, attraverso un bando, in fase di predisposizione da parte degli uffici sulla base degli indirizzi formulati dalla Giunta.
Fin qui nulla di particolare, anzi un’iniziativa di per sé positiva. Tuttavia i dubbi e le perplessità iniziano a sorgere, quando l’assessore con delega allo sport entra nel merito dei cosiddetti “punti fermi”. Infatti, se è vero che il Comune non ha previsto canone di concessione, lasciando però in carico al gestore “tutti i vari costi di mantenimento, – cito dal testo dell’articolo – compresi i servizi di vigilanza e manutenzione ordinaria”, è altresì ugualmente vero che il Campo Tharros non versa certo in buone condizioni, a cominciare proprio dal terreno di gioco e dagli spogliatoi, cioè proprio da quelle parti essenziali per la pratica calcistica. Gli interventi più recenti, quali quello all’illuminazione, che forse è/era l’ultimo dei problemi, ed i più recenti per creare un ingresso e un bagno per disabili, sostituire le porte degli spogliatoi, sistemare le panchine e qualche spazio verde, pur apprezzabili, non hanno migliorato più di tanto le cose. Infatti occorrerebbe finalmente far fare al Campo Tharros un salto di qualità dal punto di vista funzionale.
Ora però, per arrivare a questo risultato, sono necessari investimenti importanti, che potrebbero comprendere per esempio – e come del resto auspicato anche da diversi addetti ai lavori – il rifacimento del terreno di gioco in erba sintetica, la ristrutturazione complessiva degli spogliatoi puntando all’efficientamento energetico e al “green”, la creazione di un adeguato e gradevole spazio ricreativo e di ristoro etc. Stiamo parlando ovviamente di cifre piuttosto cospicue: a solo titolo di esempio un campo di calcio in erba sintetica regolamentare, ergo omologabile, non costa meno – e sono “ottimista” – di 250.000 euro! Cifre di cui evidentemente il Comune non può disporre, e che, magari, non vuole neppure tentare di reperire, avendo altre priorità. Tuttavia, a priori non si può escludere che possa esserci qualche altro soggetto, per esempio un raggruppamento di società sportive, disponibile a mettere in piedi un progetto valido, a medio-lungo termine, di valorizzazione dell’impianto, rischiandovi investimenti.
Ma di questa prospettiva, almeno nelle dichiarazioni assessoriali riportate dalla stampa, non pare esserci neppure l’ombra. Infatti l’assessora parla di manutenzione ordinaria e pure di eventuali migliorie, che il gestore dovrebbe fare con i “soldini” guadagnati dalle affissioni pubblicitarie e dalla somministrazione di cibi e bevande(!!!); e di una concessione della “durata minima” di dieci anni, “incrementabili” (di quanto?) nel caso di un offerta presentata da un raggruppamento di associazioni con l’intenzione di “migliorare” il Campo Tharros. Dieci anni!!!??? Una durata che di per sé preclude appunto ogni possibile considerevole investimento, essendo troppo breve per il suo stesso ammortamento. E poi cosa si intende con “migliorare”? Ancora, la conservazione in buono stato del terreno di gioco, alquanto costosa, farà parte della citata “manutenzione ordinaria“, dunque in carico al gestore?
Comunque, sperando che questo sia stato il solito “lancio” e che invece il bando sia un po’ diverso, non resta che attenderne la pubblicazione – del bando non del “lancio” – per poi vedere se qualche “coraggioso” si farà avanti. “Only the brave”!