Sarà mica un problema di colori delle divise? Uhm, sapete, comincio a pensarlo. Magari prima del 25 dicembre potrebbe essere meglio usare il blu o il verde, perché oggi le giocatrici dell’Atletico, in completo rosso sinterklaas, davvero hanno mostrato tutta la loro prodigalità, o, se volete, la ben nota ospitalità sarda nei confronti di un’Isera, che invece, da parte sua, è stata molto attenta a tenersi stretti gli “omaggi” gentilmente offerti. Non si può giudicare altrimenti un match conclusosi con un risultato tanto rotondo, 0 – 3, quanto bugiardo, in cui una squadra – l’Atletico – per esempio ha concluso 22 volte verso la porta ospite senza realizzare nemmeno il punto della bandiera, e l’altra invece 7 volte, ma mettendola dentro in 3 occasioni!!! “Occasioni”!!!??? Eccole: un innocuo spiovente da sinistra che il portiere ha respinto dentro la sua porta; un cross sempre dalla sinistra, facilmente gestibile dalla difesa, che invece ha deciso di trasformarlo in assist per l’attaccante dell’Isera Campana; e un’altra frittata difensiva sulla solita ripartenza trentina, finalizzata da Sartori. Nella sola prima frazione, terminata 0 – 2, l’Atletico ha concluso 12 volte contro la porta dell’Isera, ha avuto due nitide palle gol, di cui una “lisciata” e l’altra ottimamente neutralizzata dal portiere ospite, ha battuto 5 calci d’angolo (quasi tutti male) e ha avuto almeno quattro calci piazzati da ottima posizione, ovviamente sprecati.
Va detto che oggi mancava, oltre alle infortunate Kapareli e Venanzi, soprattutto santa Maura (Mattana), la capitana fermata dal giudice sportivo per due turni. E senza santa Maura, non ci sono miracoli, perché è l’unica che inventa ed è anche l’unica che la butta dentro! Tuttavia la sua assenza non esime le altre dal rispetto dei comandamenti calcistici: I – non commettere ca*****; 2 – ricordati di difendere bene; 3 – onora la porta avversaria ecc.
Comunque la delusione per il risultato non deve far passare in secondo piano le cose buone che si sono viste. Tra queste le eccellenti prestazioni di Marta Filippo, padrona della sua fascia, e di Emanuela Priolo, la vera tuttocampista dell’Atletico. Preoccupa invece l’involuzione di qualche altra giocatrice, dalla quale ci si aspetta molto di più.
Questa quinta giornata segna ufficialmente l’ingresso dell’Atletico in zona playout. Niente di preoccupante ovviamente, perché il campionato è lungo e c’è tutto il tempo per rimediare efficacemente e per togliersi belle soddisfazioni. Tuttavia il magro bottino finora conquistato – un’unica vittoria, in casa alla prima giornata, seguita da un pari casalingo e tre sconfitte, tutte contro squadre alla portata dell’Atletico – può essere un primo segnale da non sottovalutare.