L’eterna emergenza nel Pronto Soccorso del ‘San Martino’ di Oristano sta “costringendo” chi di volta in volta si trova “in alto loco” a gestirla, a concepire straordinari arzigogoli quanto finora vani per trovare qualche soluzione. Così, dopo i medici in trasferta, quelli in prestito e quelli, proprio come i tre cuori di Janet, Chriss e Jack, in affitto, ecco ieri, l’ultima: stando a voci circolanti nei social, era in corso una ricerca per reperire medici a 700 euro per turno di dodici ore che, pur senza i necessari requisiti specifici per l’emergenza, fossero almeno in grado di mandare ai reparti di riferimento i casi urgenti in arrivo.
Appena venuto a conoscenza di questa ennesima trovata, il dott. Bruno Palmas, a nome del TDMe – Tribunale dei diritti e dei doveri del medico, ha subito dato voce al suo sdegno. Secondo Palmas infatti, si tratterebbe, se confermata, di un’altra soluzione “strampalata…, incredibile e catastrofica, che poi soluzione non è, ma è in grado di distruggere le attività dei reparti del nosocomio, di uccidere professionalmente i medici, di devastare le residue capacità di assistenza dell’ospedale oristanese in assenza totale di qualsiasi iniziativa politica della Regione per provare a risolvere l’umiliante situazione dei presidi sanitari della città e del territorio”. L’esponente di ‘Articolo Uno’ ribadisce quella che, al momento, è l’unica seria soluzione applicabile subito e che, però, evidentemente per logiche (elettorali?) di campanile nessuno sembra volersi assumere la responsabilità di attuare: “concentrare le (poche) forze disponibili in un unico presidio di emergenza”! Invece – prosegue – si preferisce la paradossale situazione di “disporre in provincia di tre presidi di urgenza che funzionano uno male e l’altro peggio”.
Palmas, a questo punto, si associa alla richiesta ormai sempre più sentita di un intervento del Ministro della Salute sulle gravi inefficienze della Giunta regionale in tema di sanità, e chiede alla Direzione Generale di assumere il coraggio necessario nella vicenda. “Non si comprende come sia possibile tenere in piedi tre presidi di Pronto Soccorso nella provincia di Oristano (Bosa, Ghilarza, Oristano) tutti in grave difficoltà di personale, quando sarebbe logico accorpare temporaneamente le funzioni di Emergenza e Urgenza in un unico presidio ben funzionante. I medici non ce la fanno più, stanno morendo di lavoro perché la politica non sa decidere nel modo giusto. Ora basta! Fate lavorare i medici in santa pace e con la serenità che ci serve, senza inventarci non soluzioni assurde”.