In queste ultime settimane l’informazione locale ha dato ampio risalto ai recentissimi eventi comunali, culminati in coena Domini con la nascita di un nuovo gruppo consiliare di “indipendenti” (da chi/cosa ancora non è chiaro), costituito, in rigoroso ordine alfabetico dai consiglieri Angioi (Paolo), Licheri e Tatti. I commentatori locali, con interviste ai protagonisti ed alle guest star e con personali ipotetiche valutazioni, hanno tentato di fornire un quadro quanto più completo possibile dei futuri scenari politico-amministrativi locali, su cui però peseranno tanto le vicende regional-casteddaie, dove, tra l’altro, si respira aria da ultimi giorni di scuola. “Ovviamente”, come direbbe l’attuale premier, la conseguenza della costituzione di questo nuovo gruppo è stata quella di aver lasciato il re – alias il Sindaco Sanna – “nudo”, dal momento che il “suo” partito al momento non ha più rappresentanti in Consiglio. Una situazione per molti versi paradossale e giunta, dopo non pochi travagli politici, a soli nove mesi dall’inizio effettivo di questa consiliatura. Tuttavia diversi addetti ai lavori, già prima delle elezioni dello scorso giugno, avevano intravisto i rischi insiti nella “gioiosa macchina da guerra” messa in campo dalle destre, all’unico scopo di asfaltare un avversario – la sinistra – non proprio irresistibile, e nonostante tanto sbandierati accordi politico-programmatici, che – come ben sa chi fa politica – sono come la carta bianca del maggiore Kruger, quello dei ‘Due colonnelli’ di Totò. Le stesse tribolate vicende che avevano portato alla affannosa scelta del candidato alla fascia tricolore con tanti – forse troppi e forse indigeribili – malumori, le cui scorie evidentemente sono ancora fastidiosamente presenti, non inducevano all’ottimismo circa i fausti esiti di questa Amministrazione, almeno per la città. Una città in evidente sofferenza anche se anestetizzata da una pesante rassegnazione ad un destino che – oggi! – sembra ineluttabile: la decadenza.
Ora che la bonaccia sembra esser tornata, mi permetto di proporre una mia breve riflessione, che è soprattutto una preoccupazione! Io quel “Giovedì santo” ho seguito in aula parte della seduta, perché mi interessavano alcuni punti previsti nell’ordine del giorno. Nell’attesa – davvero lunga! – che si arrivasse alla loro discussione, mi sono dedicato, con una certa attenzione, ad osservare nel dettaglio ciò che accadeva e come i nostri rappresentanti fossero partecipi dell’evento consiliare. Ebbene, l’impressione che ne ho ricavato può essere ben rappresentata dai tre quarti d’ora spesi giovialmente per eleggere – udite udite! – una vicepresidente del Consiglio comunale, in rappresentanza della maggioranza, il cui nome tutti sapevano quale fosse. Tre quarti d’ora!!!
Domanda: là dentro che idea si ha della situazione e delle prospettive di Oristano e del suo territorio? Risposta: boh!, … forse se sente almeno “un friccico ner core“.