AMMINISTRAZIONE COMUNALE: CRONACA DI UNA CRISI ANNUNCIATA [ADRIANO SITZIA]

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Dunque i nostri poveri Evangelisti, dalle loro strette nicchie, ancora una volta sono costretti ad assistere alla solita, ennesima, lunga e inconcludente crisi comunale; una di quelle crisi che, tra cambi di casacca, sostituzioni di assessori, rimpastini, azzeramenti e tante altre belle cose, agli Scolopi di piazza Eleonora accadono un semestre sì e l’altro pure e che, nonostante la rivoluzione – si fa per dire – dell’elezione diretta del Sindaco, hanno fatto sì che, dal 1994 ad oggi, nessun primo cittadino sia riuscito a fare il bis. Ad onor del vero un solo uscente, Scarpa, è stato ricandidato al termine del suo mandato, ma molti ricordano ancora come andò a finire!

Stavolta però c’è stata una grande novità. Infatti qualcuno piuttosto autorevole ha tirato in ballo addirittura un convidado de piedra agli Scolopi: nientepopodimeno che la Massoneria! E scusate se è poco!
Ora parlare di ciò che, pur essendoci, non si vede non è mai facile, neppure per coloro che – e non è il mio caso – hanno molta fantasia. Perciò evito l’argomento, limitandomi ad osservare che, per quanto numerosi, potenti e influenti possano essere gli aderenti alla/e massoneria/e, sono e saranno sempre una piccola parte della comunità oristanese, inclusi i “politicanti”; e che la massoneria tutto è tranne un blocco compatto.

Allora limitiamoci ad interpretare ciò che si vede, che la luce del sole mette a disposizione dei nostri occhi, e, magari, di individuare una o più exit strategy provando ad indossare per qualche minuto i panni del Sindaco, e al fine di non rischiare l’ennesima interruzione anticipata della consiliatura e di non perdere altro tempo e altri autobus (PNRR ecc.), insieme alla già poca credibilità della politica locale.
Come usano scrivere i nostri bravi e solerti rappresentanti quando stendono i loro atti consiliari, anche noi premettiamo che:

– l’attuale alleanza di centrodestra al governo della città fin da subito ha avuto una gestazione difficile e contrastata a motivo dell’individuazione del suo Sindaco;

– ciò che ne è venuto fuori è stato un gruppo di liste messesi assieme sic et simpliciter per vincere le elezioni e gestire il potere;

consideriamo anche che:

– è assolutamente legittimo avere aspirazioni politiche al di là delle … Mura;

– è altrettanto appropriato pretendere che chi c’era continui ad esserci, e chi non c’era, continui a non esserci;

– il Sindaco ha detto che “questa esperienza di governo è finita”;

infine notiamo che:

– sembra che si stiano già muovendo i vertici cagliaritani per la serie: solita figura di … della politica locale.

Direte voi: ma … se le cose stanno così …
Beh, finché c’è il Sindaco c’è speranza … di andare avanti.

Proprio nell’annunciare l’apertura – non formale! – della crisi, il dott. Sanna, accanto alle parole di cui sopra, ha fatto appello “alla parte viva e attiva della città”. Frase questa che può essere variamente interpretata – per esempio io individuerei la parte viva della città in coloro che proprio non ce la fanno più ad andare a votare – ma qui interessa capire ciò che il nostro primo cittadino ha inteso dire.
Un punto sembra sicuro: il Sindaco non molla, non vuole mollare! Il dubbio invece riguarda gli assetti, se cioè Sanna è deciso a continuare solo a patto di non sconvolgere gli attuali equilibri, oppure se ha in mente quadri politici, o socio-politici, ben diversi dall’attuale. Nel primo caso, beh, la soluzione è chiara e semplice:
– coinvolgere ufficialmente e rapidamente chi in consiglio, politicamente indipendente, avveduto e responsabile, sicuramente oristanese, tenuto in grande considerazione in città, ha già dichiarato che non vuole commissari (!);
– su una serie di punti programmatici ritenuti prioritari sentire le intenzioni di coloro che, in Consiglio comunale, mettendo al primo posto gli interessi della città e non le Regionali o la bottega, potrebbero essere disposti a dare un contributo attivo e positivo.
Chiaro no?
Ciò non solo concederebbe a questa tormentata Amministrazione un periodo di tregua, tale da consentirle di dedicarsi ai tanti problemi annosi e irrisolti e ai progetti d’attualità; ma soprattutto permetterebbe ai partiti et alii che adesso occupano i palazzi comunali, di provare a sanare le ferite interne e di coalizione in vista della campagna elettorale per le prossime Politiche sarde, che da Capodanno – o Cabudanni! – inaugurerà, almeno per tanti di noi, altri 365 giorni di *****, mentre per sessanta fortunati potrà significare l’inizio o il proseguimento di tante belle cose in quel di via Roma. In attesa di un biglietto per … Roma.

Per quanto riguarda la seconda opzione, quella di scenari politici molto diversi dall’attuale, ne riparleremo in altra occasione. Forse!

Namastè!