ORISTANO: E’ TEMPO DI FATTI. IL CASO DEL MERCATO DI VIA COSTA [ADRIANO SITZIA]

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In questi ultimi giorni si è appresa la notizia di un nuovo ciclo di lavori manutentivi e migliorativi nel Palazzo Parpaglia, che attualmente ospita l’Antiquarium Arborense. A proposito di questi lavori, sarebbe forse più opportuno parlare di “ennesimi”, dal momento che, da quando la struttura è stata recuperata a tale uso – inizi Anni Novanta – di interventi ne sono stati fatti parecchi, per un motivo o per l’altro. Purtroppo però, così come nel caso del Teatro ‘Garau‘, non si è mai trattato di migliorie in grado di “adeguare adeguatamente” – scusate la ripetizione – la struttura alla sua attuale destinazione d’uso, tali e tanti sono i limiti e i problemi dell’edificio.
A questo punto non si può non auspicare un deciso cambio di rotta, ossia l’individuazione, nel caso del museo, o, per quanto riguarda il teatro, l’edificazione ex novo, di edifici effettivamente adatti a tali usi. Un cambio di rotta che, evidentemente, implica sia il coraggio di fare scelte anche in netto contrasto rispetto al passato, sia una chiara e dettagliata programmazione a medio-lungo termine, a queste latitudini ormai quasi sconosciuta.

Allo stesso modo sarebbe il caso di affrontare una volta per tutte anche l’annoso problema del proficuo utilizzo di un altro edificio comunale, il cui stato peggiora di anno in anno, proprio perché da tempo parzialmente abbandonato. Si tratta del mercato di via Costa, il cui primo piano con tutti i vani e i servizi accessori, è chiuso da un paio di decenni, mentre il mercatale ospita ormai solo pochi operatori.
Questo mercato, dimenticato anche in ‘Oristano est‘, merita finalmente un’attenta analisi e una approfondita riflessione sulle sue potenzialità, che, a mio avviso, ci sono e possono essere certo meglio sfruttate di quanto è stato finora fatto. Ma all’analisi e alla riflessione devono seguire i fatti!!! E’ doveroso rimarcare che stiamo parlando di un bene pubblico, che ogni giorno costa “eurini” senza restituire alla comunità ciò che potrebbe.

Insomma, per gli inquilini degli Scolopi, è tempo di fatti, di scelte coraggiose, di una precisa programmazione.