LA SCRITTRICE CLAUDIA DESOGUS A ORISTANO [ADRIANO SITZIA]

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Della Sardegna intesa come cultura, arte, tradizioni, storia, lingua e letteratura spesso persino parecchi tra gli stessi Sardi conoscono relativamente poco. D’altronde tutte le generazioni cresciute in un contesto di forzato modernismo italofilo, sono state indotte a pensare che il patrimonio “indigeno” non fosse neppure degno di essere preso in una qualche considerazione.
Ma, soprattutto a chi ha lasciato la sua isola per motivi di lavoro o di studio – o entrambi – , è accaduto di sentire pesantemente questo distacco, a volte non voluto, e quindi di cercare qualche modo per sentirsi ancora vicino alla propria terra. Questo è successo anche a Claudia Desogus, che ieri a Oristano, presso il Bar Temptation-Shardano, ha presentato la terza edizione della sua raccolta di fiabe ‘Il viaggio incantato‘ (Catartica Edizioni). “Lasciata la Sardegna dopo la laurea in lingue e letterature straniere – ha infatti detto la scrittrice, attualmente residente a Malta – ho sentito prepotente la necessità di conoscerla ancora di più e mi sono dedicata in particolare allo studio di quel notevole patrimonio di leggende, storie e personaggi magici giunto a noi dal passato più o meno antico”. E in effetti il recondito plurimillenario della cultura isolana offre a chi lo studia un ricco campionario di racconti, miti, personaggi fantastici, strani, bizzarri, chimerici, da cui la Desogus ha attinto per creare e costruire racconti sotto forma di fiaba. Così ogni regione della nostra isola ha fornito, attraverso un personaggio e un paesaggio peculiari, lo spunto per una storia fantastica, da quella del drago sardo protagonista nell’affascinante contesto de Su Sterru di Baunei, ai magici cavallini verdi ricordati anche dalla Deledda; dal Pundaccio gallurese alla jana che domina una fiaba ambientata a Giave; dalla foresta pietrificata di Martis (Carrucana) alla mitica Surbile, creatura inquietante di sesso femminile legata al vampirismo ed alla stregoneria, protagonista di una fiaba ambientata a Villacidro. Non poteva mancare Cagliari, città d’origine della Desogus, con la sua Grotta della Vipera, un monumento funerario, salvato dal gen. La Marmora e sito in via Sant’Avendrace, che porta con sé una storia davvero toccante, quella dei coniugi Attilia Pomptilla e Lucio Cassio Filippo, raccontata negli epigrammi ivi inscritti, ma anche leggende di fantasmi e di mosche molto pericolose. E non poteva mancare Oristano, che l’autrice ben conosce sia per legami familiari sia a motivo della sua passione per la Sartiglia. E, infatti, proprio il tema della maschera è alla base della fiaba ambientata nel capoluogo arborense, nel secolo XIX.
La Desogus, stimolata dalle domande del poeta Roberto Rampone, noto anche per i suoi studi su Antonio Panizzi – un letterato e patriota risorgimentale italiano esule in Inghilterra, dove tra l’altro ricoprì l’incarico di direttore della biblioteca del British Museum – ha parlato anche della sua ultima fatica letteraria, ‘Gli ultimi ebrei‘, uscita nel 2022 sempre per i tipi di Catartica. Si tratta di un romanzo che trae spunto dalla vicenda della cacciata degli Ebrei dalle terre della corona spagnola, che coinvolse anche la ricca famiglia algherese dei Carcassona.